Lunedì, 5 Ottobre 2020 - Webinar di Motore Sanità
La recente pandemia ha tolto moltissimo alla nostra Nazione ed al nostro SSN. Per riuscire però a ricavarne qualcosa di buono sarà necessario fare tesoro di tutte le esperienze maturate. Ha fatto comprendere:
- Indipendentemente dai modelli assistenziali più o meno virtuosi, la fragilità attuale del sistema salute che in questi anni è stato continuamente depauperato di mezzi e risorse;
- Come le aziende di settore e le Istituzioni debbano collaborare attivamente attraverso partnership trasparenti quanto necessarie;
- Come le nuove tecnologie che consentono la gestione da remoto debbano trovare applicazione immediata;
- Che se vogliamo realmente mantenere il paziente al centro del sistema, tutto deve essere pensato per dare a questo, un beneficio in termini di salute e di vita.
Ha messo anche drammaticamente in evidenza come il tema della gestione della cronicità, rappresenti sicuramente un ambito assistenziale in cui si rende necessario ed improcastinabile ammodernare il sistema.
In questo periodo il rischio di mancata assistenza ai pazienti ha avuto un impatto molto pericoloso.
Il diabete è un esempio paradigmatico di patologia cronica a gestione complessa (oltre 3.2 milioni di pazienti dichiarano di esserne affetti in Italia, ma con stime che parlano di circa 5 milioni, un costo per il SSN stimato intorno ai 9 miliardi, con una spesa procapite per paziente più che doppia verso un pari età non malato ed è causa di 73 decessi al giorno in Italia) per cui lo scenario COVID ha confermato tutto ciò.
Ma tutti ora pensano sia il momento di cambiare, dando valore alle tecnologie che consentono un migliore monitoraggio del paziente con minori rischi e maggiore facilità di contatto. Recenti studi hanno indicato come la popolazione diabetica sia stata la più a rischio di gravi conseguenze con Covid e come la scarsa aderenza ai target glicemici indicati abbia comportato un aumento della mortalità.
Ma d’altro canto sappiamo che un diabetico su due non misura regolarmente la glicemia per evitare di bucarsi tutti i giorni, e questo impatta necessariamente sulla buona gestione della malattia, creando maggiori rischi di ipoglicemie (In media i fenomeni ipoglicemici si presentano due volte a settimana e nel 74% dei casi per pazienti tipo 1 possono portare la persona ad un errato utilizzo dei farmaci ipoglicemizzanti).
Le innovazioni tecnologiche recenti, hanno fornito strumenti che sono in grado di cambiare l’evoluzione e il controllo della malattia, restituendo una qualità di vita decisamente semplificata e migliorata.
Questo rende necessario un cambio di prospettiva negli investimenti sull’innovazione, che consideri una visione olistica piuttosto che per Silos di spesa e che ne valuti l’impatto sull’intero percorso di cura e sulla qualità di vita del paziente.
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