Per onorare la memoria di migliaia di vite spezzate.
Per riflettere sulla sicurezza di case, luoghi di lavoro, chiese e scuole, 43 anni dopo. Per tramandare alle future generazioni ciò che è stato e prepararsi, a ciò che non dovrà mai più essere.
Per la creazione di un presidio di memoria o parco-museo. Che narri la tragedia di popolo e la speranza da esso ritrovata, passando da sofferenze, fatiche e abnegazione, ingegno e laboriosità.Perché intorno ai terremoti e alla loro conoscenza, dalla consapevolezza, possa crearsi sviluppo: inserendo nel parco della memoria i sentieri dei 40 km di faglia, o, semplicemente, visitando luoghi incantevoli in cui la qualità della vita è eccellente a dispetto di classifiche ed etichette.
Per preparare i giovani: uno su tre, nell'area del cratere, non ha mai sentito parlare di terremoto.
Per rovesciare lo sguardo e dall’immane tragedia trarre forza vitale che combatta lo spopolamento che ogni attenzione fa calare, ieri come oggi.
Per questi, ed altri motivi che scoprirete in puntata, abbiamo scelto di dedicare al 23 novembre 1980 una trasmissione di approfondimento col contributo di università, comuni, istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, sovrintendenza, protezione civile nazionale.
Perché, in fondo, è più attuale che mai il monito dell’allora Presidente della Repubblica, Sandro Pertini: “Il modo migliore per ricordare i morti è pensare ai vivi”. Oggi come quella maledetta sera.
In puntata le interviste a: Mario Bellizzi - Comandate provinciale Vigili del Fuoco, Raffaele Cantarella - Sindaco di Conza della Campania, Fabrizio Curcio - Capo della Protezione civile italiana, Angelo Strollo - Sismologo del centro di ricerche per le geoscienze di Potsdam (Germania), Gerardo Strollo - Sindaco di Colliano (Sa) - Antonella Petrozzino, Presidente Pro Loco Conza della Campania, Alessandro Nicola Pino – Sismologo dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.
