Berlino (askanews) - Mentre prosegue la caccia al 24enne tunisino sospettato dell'attentato di lunedì scorso a Berlino, le autorità tedesche sono finite sotto accusa perchè erano al corrente del fatto che l'uomo, a cui era stata respinta la
richiesta di asilo, era stato identificato come un islamista potenzialmente pericoloso.
La polizia tedesca ha lanciato contro Anis Amri una caccia all'uomo in tutta Europa, offrendo una ricompensa di 100.000 euro a chiunque offra informazioni utili al suo arresto, ammonendo che l'uomo "potrebbe essere violento e armato".
"Questa persona aveva attratto l'attenzione di molti servizi di sicurezza in Germania per i suoi contatti con l'Islam radicale, ma non posso dare ulteriori dettagli" ha detto il ministro degli Interni del Land del Nordreno Vestfalia, Ralf Jaeger, precisando però che non è detto che l'uomo alla guida del camion che ha compiuto la strage corrisponda effettivamente a quello indicato nei documenti ritrovati sotto al sedile di guida del veicolo.
Amri, che ha vissuto 4 anni in Italia, era noto alla polizia, al centro di lotta al terrorismo e alla procura: per quasi tutto il 2016 è stato infatti monitorato a Berlino perchè sospettato di preparare una rapina per finanziare l'acquisto di armi automatiche e un attentato. L'indagine era però stata abbandonata a settembre per mancanza di prove.
L'attentato che è costato la vita a 12 persone e ha fatto decine di feriti è stato rivendicato dal gruppo dello Stato islamico.
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