Firenze, 15 aprile 2021
LECTURA DANTIS FIRENZE 2021 – ERMINIA ZAMPANO
Dalla “Divina Commedia” trascritta e miniata dal pittore fiorentino Attilio Razzolini nel 1902. In occasione delle celebrazioni del settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri (1265 – 1321) dalla città che gli dette i natali, di cui disse: «... I' fui nato e cresciuto / sovra 'l bel fiume d'Arno a la gran villa» (Inferno, XXIII, 94-95).
Paradiso, Canto XXVIII – Concluso l’amaro ammonimento profetico di Beatrice agli uomini immersi nella mondanità, Dante vede negli occhi della sua dolce guida una luce come quella della fiamma di un candeliere, riflessa in uno specchio. Perciò si volta indietro per guardare la luce reale ed è attratto da un punto luminoso che la vista non riesce a sostenere, circondato da nove cerchi di fuoco concentrici che si muovono ed emanano una luminosità decrescente dal centro verso l’esterno. Beatrice gli spiega che il punto luminoso è Dio e che il cerchio più vicino al punto, è il più veloce, perché mosso da un amore ardente verso Dio. Dante non riesce a comprendere come ciò non accada nel mondo sensibile, dove le sfere girano con maggiore velocità quanto più sono distanti dalla Terra. Beatrice gli chiarisce che le sfere e i cerchi angelici sono pienamente corrispondenti tra loro, purché si consideri la virtù e non l’ampiezza. A queste parole, dai nove cerchi, scintillando, s’innalza un coro che canta “Osanna”, l’inno di lode a Dio. Beatrice spiega a Dante i diversi ordini angelici, distinti in tre gerarchie. La prima gerarchia comprende i Serafini, pieni di carità, i Cherubini, pieni di scienza, e i Troni, come seggi dell’aspetto di Dio. I Serafini e i Cherubini formano i primi due cerchi, quelli più veloci e che hanno una visione di Dio più alta. I Troni costituiscono il terzo cerchio. La seconda gerarchia comprende le Dominazioni, desiderose di partecipare al dominio di Dio, le Virtù, dotate di elevata Fortezza, e le Potestà, dotate di Autorità. La terza gerarchia è formata dai Principati, che guidano verso Dio, gli Arcangeli, che si trovano tra i Principati e gli Angeli, infine gli Angeli, messaggeri di Dio, che manifestano la volontà divina. Tutte le gerarchie angeliche tendono verso Dio ed esercitano la loro influenza in modo da attirare tutti al Sommo Bene. Beatrice afferma che la distinzione dei cori angelici fu descritta da Dionigi Areopagita, da lui appresa da San Paolo, che era salito in Paradiso e aveva contemplato questa verità.
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