Dante “inventore” della lingua italiana
Nel De vulgari eloquentia Dante dichiara l’esistenza di una lingua italiana comune, cioè di una cosa che inizierà a costituirsi solo un paio di secoli più tardi. All’epoca esistevano solo i vari volgari municipali o regionali, più o meno dotati di recente tradizione letteraria. È stato quindi detto giustamente che Dante “inventa l’Italia linguistica”. Il video cerca di spiegare che cosa abbia reso possibile una “invenzione” così in anticipo sulla storia e così intrisa di istanze politiche.
Mirko Tavoni, già professore di Linguistica italiana e Filologia dantesca nell’Università di Pisa, Accademico della Crusca e Forschungspreisträger della Alexander von Humboldt Stiftung, è autore di Qualche idea su Dante (il Mulino 2015); ha curato l’edizione tradotta e commentata del De vulgari eloquentia (Mondadori 2011, 2017) e i volumi Dante e la lingua italiana (Longo 2013) e, con Bernhard Huss, Dante e la dimensione visionaria fra medioevo e prima età moderna (Longo 2019).
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