(Agenzia Vista) - ROMA, 20 Febbraio 2015 - Il giorno dopo la furia vandalica dei tifosi ultras olandesi del Feyenoord, Roma conta i danni e cerca di reagire alla barbarie che ha ridotto Piazza di Spagna a una discarica e ha provocato lesioni gravi e irreparabili la Barcaccia, la seicentesca fontana-capolavoro del Bernini appena restaurata a caro prezzo per i bilanci del Comune.
Come tristemente noto, tra mercoledì sera e giovedì pomeriggio circa 6.000 hooligans del Feyenoord hanno devastato la Capitale, dov’erano arrivati per l’incontro di Europa League all’Olimpico contro i giallorossi. Prima tensione e scontri a Campo de’ Fiori tra fiumi di birra nonostante l’ordinanza anti-alcool, poi, ieri, il disastro: durante il bivacco a Piazza di Spagna, tra bottigliette, vetri e "bombe carta" lanciate contro gli agenti della polizia (che hanno risposto con cariche di alleggerimento), gli olandesi hanno rovinato uno dei simboli della Città Eterna e insozzato tutte le vie del centro, terrorizzando negozianti e passanti.
Secondo le stime preliminari della Sovraintendenza, la fontana della Barcaccia ha subito "un danno rilevante, grave e permanente e non tornerà mai più come prima". 110 le scalfiture rilevate sul bacino di marmo, causate dai vetri delle bottiglie. Sei ultras del Feyenoord sono attualmente detenuti a Regina Coeli con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Per i disordini di Campo dè Fiori sono già stati condannati altri 19 hooligans.
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha dichiarato: "Noi siamo persone civili, come molti tifosi in Europa, ma quello che è successo a Roma non ha nessuna giustificazione". La richiesta di punizioni esemplari e risarcimenti si è estesa all’intero arco politico costituzionale, con il Sindaco di Roma Ignazio Marino, furibondo, in prima linea. Al momento però tanto l’Ambasciata d’Olanda quanto i responsabili del club calcistico di Rotterdam, pur annunciando collaborazione per le indagini e per individuare i colpevoli, si sono rifiutati di riconoscere la paternità dei disordini e di contribuire al costo delle riparazioni.
Il Questore di Roma Niccolò D'Angelo, chiamato polemicamente in causa da Marino, si è così difeso: "Preferisco disordini, qualche lattina scagliata e anche qualche danno rispetto ai morti. A Piazza di Spagna non siamo intervenuti per evitare il peggio. Capisco il Sindaco di Roma che si è visto la piazza vituperata, ma non condivido una accusa di pressapochismo: abbiamo garantito l'incolumità, abbiamo impedito devastazione e saccheggi veri". Per la sicurezza, secondo le dichiarazioni di D'Angelo, erano stati mobilitati 1.800 uomini, 600 solo nel centro storico. Il leader della Lega Nord Salvini intanto ha chiesto le dimissioni del ministro dell'Interno Angelino Alfano.
fonte
VISTA Agenzia Televisiva Parlamentare / Alexander Jakhnagiev
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