BARI - Ruderi, scheletri di edifici abbandonati al loro destino, dimore per topi: oggi appaiono così circa cento strutture sparse per la città, quasi tutte di proprietà pubblica. Eppure, un tempo al loro posto sorgevano ipermercati, case nobiliari, uffici. E persino un futuristico centro trapianti, come nel caso della clinica in via Fanelli che non ha mai visto la luce. Inizia da qui il “viaggio” di Borderline24 tra i pezzi di Bari dimenticati e lasciati ad ammuffire. Questa palazzina ha quasi un quarto di secolo, ma pare che a nessuno importi. La sua storia è strettamente legata a quella di Francesco “Cicci” Cavallari, l’ex re Mida della sanità privata pugliese: quando all’alba del 28 marzo 1995, una mattina livida e umida, l’Antimafia bussò alla porta di Cavallari per notificargli un’ordinanza di custodia cautelare, in quello stesso istante il progetto di portare a Bari un centro trapianti morì definitivamente. Però, qualche traccia di quella idea resta ancora, resta in queste quattro mura sporche e puzzolenti.
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