Il Re di Napoli non è un libro di ricette ma un documentato saggio storico con due protagonisti: il pomodoro, prodotto simbolo della cucina italiana nel mondo, e i napoletani, che hanno insegnato a tutti come cucinarlo e mangiarlo.
Un viaggio dalle radici sudamericane della pianta al suo arrivo in Europa, passando per il Messico e poi la Spagna, fino ad approdare al vero artefice della distribuzione del purpureo frutto nel mondo: il Regno di Napoli.
Nel periodo setto-ottocentesco Napoli opera una rivoluzione agricola fondamentale per le usanze alimentari, di cui il pomodoro è protagonista insieme alla pasta. Dai rapporti diplomatici del regno borbonico, in nome di san Gennaro, ha origine il pomodoro vesuviano a bacca lunga, l'antesignano del San Marzano, che invade tutto. E così si compiono i prodigi della Parmigiana di melanzane, del Ragù, delle Lasagne e pure dell’Amatriciana, piatti che poi diventeranno italiani come la pizza. Di tutte queste pietanze se ne narra approfonditamente la vera genesi, fino alle definitive versioni, apprezzate anche oltre i confini nazionali.
Il racconto prosegue col pomodoro nel Regno d'Italia e l'irruzione del San Marzano, con la nascita dell'industria conserviera e del fenomeno piemontese Francesco Cirio al Sud, fino al sorgere del comparto di Parma, col suo pomodoro tondo Riccio. E ancora, il pomodoro nel periodo bellico, per finire con la narrazione dal dopoguerra al difficile presente, contraddistinto da una preoccupante crisi del lungo 'Pomodoro pelato di Napoli', simbolo di specificità territoriale che cresce solo al Sud. Ma perché solo qui?
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