CRONACA (Como). Alla stazione San Giovanni di Como arriva il treno per Chiasso. L’ennesimo dall’inizio della giornata. Sulla banchina tanti turisti e alcuni comaschi pronti per le ultime ferie, quelle di fine agosto e inizio settembre. Alle loro spalle decine di occhi sono intenti ad osservare i binari, gli orari, i movimenti della polizia. Appartengono alle centinaia di profughi che, nelle ultime 6 settimane, stazionano nelle zone limitrofe alla stazione lombarda. Il cielo è azzurro, limpido, ormai tanti di loro lo conoscono bene. Chi non ha a disposizione una tenda è costretto a dormire all’aperto, sull’erba, avvolto in coperte o semplici lenzuola. All’inizio di Luglio erano appena qualche decina, adesso se ne contano più di 450. Uomini, donne e bambini, in fuga dall’Eritrea e della Somalia, in cerca di un mezzo che possa portarli in Germania. La situazione è drammatica e non può che ricordare quella di Ventimiglia. Il Nord del Paese, diventato un «tappo» per la decisione di Svizzera e Francia di applicare le norme sui respingimenti, diventa fermata forzata dei migranti che si affollano così sui confini, senza sapere se riusciranno ad oltrepassarli. A pochi metri dalla stazione, su un’area comunale di 2.500 metri quadri, adiacente al cimitero Monumentale, continuano i lavori per l'allestimento di un campo di soggiorno, voluto dalla Prefettura e dal Comune di Como, dove dai primi di settembre, verranno trasferiti temporaneamente i profughi. La struttura che inizialmente potrà ospitare 300 dei circa 500 migranti che bivaccano alla stazione, è il primo passo per sgombrare quello che a tutt’oggi è un immenso campo profughi alla stazione di San Giovanni. (Marion Didier/alaNEWS)
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