Operazione "Meta 2010" . Sgominata dai carabinieri di Roma cosca calabrese: 30 arresti, 2600 kg di cocaina e beni per un valore di 5 milioni di euro sequestrati.
OPERAZIONE "META 2010": I CARABINIERI DI ROMA SMANTELLANO UN'ORGANIZZAZIONE CRIMINALE CALABRESE DEDITA AL NARCOTRAFFICO: 30 PERSONE ARRESTATE IN VARIE LOCALITA' ITALIANE E ALL'ESTERO. SEQUESTRATI 2600 KG DI COCAINA. .... a breve il video.
Operazione "Meta 2010" 30 persone indagate per associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. (Foto d'archivio)
Roma, 10 novembre 2011. Nel corso della notte, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP presso il Tribunale di Roma, dr. Maurizio Caivano, su richiesta della Procura della Repubblica -- Direzione Distrettuale Antimafia di Roma (PM Giancarlo Capaldo, Diana De Martino e Maria Cristina Palaia), nei confronti di 30 persone indagate per associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, per avere costituito una ramificata organizzazione criminale operante in più località italiane e all'estero, responsabile dell'importazione in Europa di ingenti carichi di cocaina dal Sudamerica.
Arresti, perquisizioni e sequestri patrimoniali per un valore di 5 milioni di euro sono stati eseguiti in Calabria, nelle provincie di Vibo Valentia e Reggio Calabria, nonché in provincia di Bari, Brescia, Bologna, Latina, Palermo e Pavia.
Un momento della conferenza stampa relativa all' Operazione Meta del 2010, presso il Comando CC di Reggio Calabria (Foto d'archivio)
L'indagine, convenzionalmente denominata "Meta 2010" è stata avviata dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di via in Selci nel mese di settembre 2010 ed ha consentito di delineare la struttura di una ramificata organizzazione criminale operante in più località italiane e all'estero, in grado di approvvigionarsi di ingenti quantitativi di cocaina direttamente dai cartelli colombiani produttori del narcotico e di importarli in Italia occultandoli, con varie metodiche, all'interno di carichi di merce legale trasportata via nave o via aereo.
La rilevanza del traffico di stupefacenti gestito dal sodalizio criminale emerge dai seguenti maxi sequestri effettuati dagli investigatori, di carichi di narcotico che stavano per essere immessi sul mercato italiano e europeo:
− 400 Kg. di cocaina, sequestrati il 13 settembre 2010 dalla Polizia Colombiana a Bogotà, che avrebbero dovuto essere importati in Italia tramite un cargo aereo;
− 1.000 Kg. di cocaina purissima, sequestrati il 12 novembre 2010 dal Nucleo Investigativo Carabinieri di Roma nel porto di Gioia Tauro (RC), rinvenuti all'interno dei telai di carrelli agricoli contenuti in un container scaricato da una nave cargo proveniente dal Brasile;
− 1.200 Kg. di cocaina purissima, sequestrati in data 8 aprile 2011 dal Nucleo Investigativo Carabinieri di Roma nel porto di Livorno, rinvenuti all'interno di un container contenente scatolame di prodotti alimentari (lattine di "palmito"), scaricato da una nave cargo proveniente dal Cile.
Il sodalizio criminale oggetto di indagine è risultato composto da un nucleo centrale di personaggi di origine calabrese riconducibili all'alveo criminale della 'ndrangheta i quali facevano capo al noto narcotrafficante calabrese BARBIERI Vincenzo (classe 1956) fino al suo assassinio, avvenuto a San Calogero (VV), in data 12 marzo 2011, ad opera di due killer che gli esplodevano contro 24 colpi di arma da fuoco.
Il BARBIERI era stato indagato in passato dalla DDA di Catanzaro per partecipazione ad associazione mafiosa, perché affiliato al clan "Mancuso" di Limbadi (VV), nonché per traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
Dalle investigazioni dei Carabinieri di Roma è emerso che il BARBIERI, benché sorvegliato speciale di P.S. con obbligo di soggiorno nel comune di Bologna, continuava a reggere le fila dell'organizzazione criminale investigata, ricevendo i propri accoliti in un albergo della città felsinea, oppure incontrandoli durante le poche trasferte in Calabria, autorizzate dall'A.G. per assistere ai procedimenti penali a suo carico.
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