Caro don Guido, benvenuto!
Abbiamo apprezzato molto la tua voglia di incontrarci e soprattutto di volerlo fare nella preghiera. Ci è sembrata una scelta coraggiosa in questo periodo così difficile della nostra storia.
Con queste poche righe vogliamo rispondere al tuo gesto, fidarci e raccontarti qualche frammento delle nostre vite, le nostre gioie e le nostre paure, così come ci hai chiesto di fare nella tua lettera.
Sulla nostra strada incontriamo sacerdoti, religiosi, animatori e amici che ci accompagnano ogni giorno all'incontro con Gesù. Questo volto accogliente della chiesa ci aiuta ad essere presenti anche nella vita dei nostri coetanei e dei più piccoli, nel tentativo di contagiare i giovani che sono ancora lontani. Con loro viviamo il gioco, la formazione, l'avventura, la preghiera e la catechesi.
Sappiamo bene quali sono le difficoltà che incontra chi ci accompagna: il mondo in continua evoluzione, l'incertezza del futuro, la fatica ad integrare le diverse culture che vivono nella nostra Diocesi e la sfiducia che spesso impedisce di costruire qualcosa insieme.
La fede ci può dare gioia, però a volte la sentiamo distante da noi: abbiamo bisogno di incontrare testimoni, di ricevere esempi concreti e coerenti di persone che abbiano per noi sogni grandi.
La Diocesi per noi è un punto di riferimento, legata alle nostre realtà da un doppio legame, una casa dove possiamo incontrarci e confrontarci.
Vorremmo però che questa casa diventasse più concreta e da oggi ci impegniamo ad esserne ancor più protagonisti e a costruirla insieme a te.
Speriamo davvero che la chiesa di Alessandria, fatta di sacerdoti, religiosi, di famiglie e di giovani, sappia seguirti e che tu riesca ad ascoltarla, comprendere le sue difficoltà e valorizzarne i suoi pregi, per condurla così come il Buon Pastore.
Con affetto, i tuoi giovani
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