Archiviata anche l’accusa di bancarotta per Pierluigi Boschi, papà dell'ex ministro Maria Elena Boschi, a processo per la decisione assunta nell’ultimo cda di Banca Etruria nel 2014, ovvero una liquidazione da 700 mila euro per l’ex direttore generale Luca Bronchi. , che proprio per la sua buonuscita è stato condannato in primo grado.
Il ruolo dei consiglieri della banca e le condotte tenute rispetto alla pratica della liquidazione del dg Bronchi, non sono penalmente rilevanti, ha stabilito il giudice.
Per l’ex vice presidente Boschi e per gli altri era già caduta mesi fa l’ipotesi più grave, quella della bancarotta fraudolenta. Restava in ballo la bancarotta semplice, colposa, più leggera ma comunque fastidiosa. Il gip a gennaio restituì gli atti alla procura per un ulteriore approfondimento volto ad accertare se da parte dei consiglieri di Etruria ci fosse stato un atteggiamento negligente e imprudente, quindi punibile. La procura, svolto il supplemento di indagine, ha ribadito la richiesta di archiviazione che stavolta è pervenuta sul tavolo del giudice Fabio Lombardo.
Maria Elena Boschi, parlamentare di Italia Viva, esprime soddisfazione sui social per l'archiviazione dell'accusa nei confronti del suo babbo Pierluigi, ex vice presidente di Bpel. Questo il post: "Ancora un’archiviazione per mio padre su Banca Etruria. Chissà dove sono ora coloro che in questi anni ci hanno insultato, offeso, minacciato. Ma oggi è un giorno bello: la verità è più forte del fango."
Ma cda e dirigenti di Bpel devono rispondere di bancarotta semplice per le cosiddette consulenze d'oro, il 14 gennaio 2021. Mentre a settembre riprende il maxi processo per il crac nel quale Boschi non è imputato.
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