[ Ссылка ] - Roma - SANITÀ. BLEFAROPLASTICA, IN ITALIA 40MILA INTERVENTI ANNO PIÙ RICHIESTO TRA UOMINI
Roma, 15 nov. - Dalle malformazioni congenite alle anomalie funzionali dovute all'età; dalle alterazioni estetiche dovute all'invecchiamento della zona perioculare (borse palpebrali) alle neoplasie benigne o maligne orbito-palpebrali (tra cui angiomi infantili, tumori vascolari dell'adulto, tumori del nervo ottico); dagli esiti di traumi (come lacerazioni palpebrali o fratture delle ossa orbitarie) alle patologie sistemiche su base autoimmune. Ma ancora: dalla riabilitazione funzionale ed estetica dei pazienti affetti da paresi del nervo facciale alle alterazioni combinate della motilità extra-oculare e palpebrale presenti in forme patologiche, come per esempio le miopatie o l'orbitopatia tiroide-correlata, fino alla riabilitazione dei pazienti anoftalmici. Sono molteplici le problematiche a cui si dedica la Chirurgia Oftalmoplastica, la branca dell'oftalmologia che si occupa della patologia funzionale delle palpebre, della chirurgia dell'orbita, della chirurgia delle vie lacrimali di deflusso, della cavità anoftalmica e della chirurgia estetica palpebrale. Per fare il punto su questi temi, nell'ambito del 15esimo Congresso Nazionale dell'Associazione Italiana Medici Oculisti (AIMO), in programma fino a domani presso il Palazzo dei Congressi dell'Eur, è stato organizzato un simposio dal titolo 'Estetica della regione perioculare: stato dell'arte', coordinato dal professor Francesco Quaranta Leoni, responsabile scientifico di AIMO per la Chirurgia Oftalmoplastica, tra i massimi esperti nazionali ed internazionali del settore. Tra i relatori: la dottoressa Renata Migliardi; il dottor Dario Surace; il dottor Carlo Graziani; il dottor Michele Pascali. Un focus, in particolare, ha riguardato l'intervento più noto e diffuso, cioè la blefaroplastica, che ha lo scopo di migliorare l'aspetto estetico delle palpebre, rimuovendo o rimodellando in maniera personalizzata l'eccesso di cute, di tessuto muscolare o di grasso presenti a livello delle palpebre. Ogni anno in Italia vengono effettuati circa 40mila interventi di blefaroplastica, che risulta essere l'intervento di chirurgia estetica del volto più eseguito, raggiungendo il 12,9% del totale delle operazioni di chirurgia estetica nel nostro Paese. Globalmente, il 15% di tutti gli interventi di chirurgia estetica eseguiti è una blefaroplastica. Inoltre, è l'intervento che viene più richiesto dagli uomini e il terzo dalle donne, dopo la mastoplastica e la liposuzione. Benché abbia subito un decremento fino al 2018, i dati negli ultimi anni sono tornati a crescere. La causa sembrerebbe essere collegata anche alla nuova modalità di lavoro in smart working, introdotta a seguito dell'emergenza pandemica, con la necessità di collegarsi spesso in video conferenza: questo avrebbe aumentato l'esigenza di correggere alcuni difetti del viso, meno percepiti in presenza. "L'intervento di blefaroplastica può essere eseguito sulle sole palpebre superiori, sulle sole palpebre inferiori o simultaneamente sulle palpebre superiori ed inferiori- ha spiegato il professor Quaranta Leoni- Il tipo di tessuto in eccesso e le quantità da rimuovere variano a seconda delle esigenze personali e delle indicazioni fornite dal chirurgo; a volte, infatti, non è necessario rimuovere il grasso in eccesso, che può invece essere semplicemente riposizionato in una posizione anatomica più adatta. La blefaroplastica è un intervento che deve pertanto essere modellato su ogni singolo paziente". Alla blefaroplastica possono essere associate nello stesso tempo chirurgico (secondo le necessità del paziente e secondo le indicazioni del chirurgo) altre tecniche di ringiovanimento cutaneo, come il peeling chimico o il resurfacing, il lifting del sopracciglio, il lifting malare, la correzione della ptosi palpebrale superiore o della lassità palpebrale inferiore. "L'intervento- ha proseguito l'esperto- viene eseguito ambulatorialmente in anestesia locale con una modesta sedazione. L'anestesia locale consente una riduzione del sanguinamento, una maggiore sicurezza, precisione e un recupero più veloce. Entro due o tre giorni dall'intervento è possibile riprendere la maggior parte delle normali attività, ma l'attività sportiva deve essere evitata per due settimane" (15.11.24)
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