Questo documentario è stato curato del Centro studi libertari Archivio Giuseppe Pinelli (che ringrazio fraternamente). La "rivoluzione spagnola", vale a dire il periodo trascorso tra il luglio del 1936 e il maggio del '37 (la "guerra civile" terminerà nel '39), con le Comuni autorganizzate dai contadini e dai braccianti, le autogestioni delle fabbriche, senza i "commissari politici" di tipo sovietico, coloro che in URSS avevano il compito di "controllare" che le decisioni dei gruppi dirigenti centrali fossero seguite (il "centralismo democratico" leninista stalinizzato insomma); e non è un caso del resto che in Russia, da Stalin in poi - ma già dopo la guerra civile, con l'abitudine alla disciplina militare, alle catene di comando - la capacità di coesione popolare, dimostrata compiutamente nella seconda guerra mondiale, riconducesse a sentimenti nazionalisti (il patriottismo) e non alla "liberazione", alla giustizia sociale "raggiunti" con la rivoluzione ("ripeto": se qualcuno decide per tutti, reprimendo ogni opposizione - e reggendosi pure su sentimenti "nazionalisti" -, quel "socialismo" è diventato qualcos'altro, e cioè una forma di fascismo...). La rivoluzione spagnola, pur con tutte le sue contraddizioni, gli errori commessi, rappresenta uno dei tentativi più sinceri e significativi di realizzare il comunismo (...). Nutro un amore profondo per gli uomini e le donne della CNT e del POUM, per coloro che dall'Italia e da tanti altri paesi andarono ad ingrossare quelle colonne, come il contingente italiano Rosselli-Berneri - perlopiù anarchico - nella Colonna Ascaso, che fu uno dei primi contingenti stranieri giunti in Spagna.
Rosselli, che era un liberal-socialista, scrisse:
"Sono stato 75 giorni al fronte e in trincea con gli anarchici. Li ammiro. Gli anarchici catalani sono una delle avanguardie eroiche della rivoluzione occidentale. Con loro sta nascendo un nuovo mondo ed è meraviglioso servirlo".
Come scrivevano nei manifesti che affiggevano ai muri dei villaggi i machnovisti:
"La libertà dei contadini e degli operai appartiene a loro stessi e non può subire restrizione alcuna. Tocca ai contadini e agli operai stessi agire, organizzarsi, intendersi fra di loro, in tutti i campi della loro vita, come essi stessi ritengono e desiderano [...]. I machnovisti possono solo aiutarli dando loro questo o quel parere o consiglio [...]. Ma non possono, e non vogliono, in nessun caso, governarli."
(del resto la Makhnovščina è l'altro importante esempio di socialismo applicato).
Ещё видео!