"Le canzoni del teatro"
Carlo Scala: testo e musica
Registrazione in presa diretta
Ti ospito giovane, entra
il tram che ti ha portato
da dove arriva?
E’ da tempo che non esco
vivo di melograni, ho paura dell’aria
e di ciò che sento arrivare.
Un tempo il richiamo del mare
portava sulle spiagge donne briose
modeste maestrine, dal romanzo d’amore
così mi pareva che per solo contagio
i figli dovessero
crescere sani, essere allegri,risultare i migliori.
Dove tuĴo cambiava, dopo la guerra
il sapore dei cibi rimaneva pulito
l’odore dei panni del giallo sapone
era ancora un profumo
e io ero già uno scriĴore
un vero scriĴore.
Ho cercato nel cuore alcune risposte
e mi sono fermato dopo alcuni bagliori;
ho capito che il volo era dentro le ali
ho capito che il servo vive senza ideali
che la casa invecchiava, le pareti annerivano
il mondo fluiva, slavato
come carta bagnata;
ma era solo il mio occhio
che si era fermato, fisso sul mare.
Ora sono il maestro, tu mi chiami così
e mi stai ad ascoltare, hai leĴo i miei libri
e non ti basta capirli, vorresti vederli.
Povero giovane, per avere ricordi
basta solo invecchiare.
E chi ama la vita, vende care illusioni
non sa cancellare, non sa regalare
i suoi anni migliori.
Scusa se parlo, ti sarai annoiato
ma non c’è niente da fare
proprio niente…da fare.
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