[ Ссылка ] Michel Djotodia, autoproclamato presidente della Repubblica Centrafricana, cerca di uscire dall'isolamento internazionale.
Il capo dei ribelli del Fronte Seleka, salito al potere con un golpe il 24 marzo, chiede ai suoi avversari di tornare in patria senza il timore di rappresaglie.
Il presidente Francois Bozizé è fuggito in Camerun, l'Unione africana ha sospeso il Paese dall'organizzazione e gli Stati Uniti hanno bloccato 2 milioni di euro di aiuti.
"Faccio un appello patriottico e fraterno ai nostri connazionali che hanno scelto la via dell'esilio - ha detto Djotodia in un intervento pubblico - affinché ritornino".
Salute, sfollati e sicurezza alimentare sono emergenze. Gli ospedali non funzionano e gli operatori internazionali hanno raccolto per le strade di Bangui i cadaveri delle vittime del colpo di Stato:
"Gli ospedali a Bangui sono allo stremo - spiega Carla Haddad Mardini, portavoce della Croce Rossa internazionale - Sappiamo che i corridoi sono pieni di ammalati e i nostri medici sul terreno riferiscono che non c'è acqua corrente in città, né negli ospedali. L'energia elettrica non è garantita e le scorte di carburante sono limitate".
Almeno due milioni di bambini sono stati colpiti dal conflitto, mentre non si a rrestano i saccheggi. I ribelli hanno sospeso la costituzione e dissolto il Parlamento. La comunità internazionale condanna il golpe, ma la Francia, l'ex potenza coloniale, non interverrà. Una decisione opposta a quella presa per in Mali.
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