A una settimana dall’incendio che ha distrutto i 16 piani della Torre dei Moro di via Antonini, non sembra diradarsi il fumo sulle cause che hanno acceso il rogo che ha avvolto il palazzo domenica 29 agosto. Gli inquirenti sono ancora al lavoro e non stanno escludendo nessuna pista, anche se sembra perdere quota l’ipotesi di un cortocircuito.
E così si battono altre strade, come quella che porta al cosiddetto effetto lente, ossia la possibilità che le fiamme siano scaturite dal riflesso dei raggi solari su una superficie di vetro sul balcone del quindicesimo piano, forse anche solo una bottiglia.
Se un oggetto, come per esempio un rifiuto, avesse preso fuoco in questo modo, le fiamme avrebbero potuto propagarsi verso la copertura a vela della facciata del palazzo. Pannellatura che per gli esperti sarebbe risultata "altamente infiammabile" e composta principalmente da un materiale plastico.
Nulla è lasciato dunque al caso, anche se nel fascicolo per disastro colposo aperto dalla Procura di Milano non risulta ancora alcuna persona iscritta nel registro degli indagati.
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