Il M° Ambrogio Sparagna, accompagnato come di consueto dall’Orchestra Popolare Italiana, in evidente stato di grazia, per la decima edizione dell’Ottobrata Romana, all’Auditorium Parco della Musica di Roma, ha voluto con sé anche Giorgio Onorato e Luca Barbarossa; una sorta di staffetta fra passato, presente e futuro della canzone popolare romana. Per usare le parole del M° Sparagna, la musica popolare porta con sé i “segni identitari in una dimensione comunitaria, la musica popolare è un valore che unisce e che non divide”. Un concerto che ha voluto rendere omaggio alla città eterna che nonostante si sia evoluta in metropoli, mantiene, quasi a dispetto, un legame molto stretto con la dimensione contadina che l’ ha fatta crescere. Sparagna con il suo Organetto viaggia, e si sposta, in questa dimensione squisitamente popolare. Ogni suo concerto, come peraltro ho già avuto modo di esternare, è una sorta di viaggio in itinere dove l’incedere è in realtà una ricerca, senza soluzione di continuità, fra le tradizioni scritte, tramandate, il più delle volte, in maniera esclusivamente orale. In questo “reticolo” sonoro, Ambrogio ha incrociato quella che i più definiscono la voce storica della canzone popolare romana: Giorgio Onorato. Quasi 91 anni portati, più che con disinvoltura, con una certa dose di “scanzonatezza”, ha regalato al foltissimo pubblico che era assiepato in sala, i brani che forse, più di altri, sono considerati dei classici della canzone popolare romana. Una standing ovation generale ha salutato la performance di Giorgio Onorato, accompagnato, per l’occasione, da Fabrizio Masci alla fisarmonica. Quasi come una staffetta, il testimone è passato poi a Luca Barbarossa, che incarna l’evoluzione, ma sempre all’interno del solco ben marcato della tradizione, della canzone popolare romana. Luca, che non necessita certo di presentazioni, ha interpretato, con il meraviglioso supporto canoro del Coro Popolare, mirabilmente diretto da Anna Rita Colaianni, alcuni brani dal suo ultimo disco ed altri dal suo vasto repertorio. Brani che rispecchiano, inequivocabilmente, il suo profondo legame con la città di Roma da cui trae ispirazione per il suo lavoro. Due ore di concerto, quelle di questa edizione, che sono scivolate, avvinghiandosi alle note più autentiche della musica, trascinando il pubblico, coinvolgendolo perché, sempre citando il M° Sparagna ”il canto popolare è uno strumento di comunione di pace e di fratellanza”.
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Michela Cossidente
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