Il procuratore aggiunto Salvatore Vella e il sostituto Cecilia Baravelli hanno iniziato, a Lampedusa, gli interrogatori nell'ambito dell'inchiesta aperta dalla Procura di Agrigento sullo sbarco di 50 migranti soccorsi dalla Mar Jonio. Verranno sentiti i componenti dell'equipaggio e quanti erano sulla nave della Ong Mediterranea e poi verranno ascoltati anche i 50 migranti - fra cui 15 minori non accompagnati -. Il sequestro della nave è stato convalidato.
La Procura della Repubblica di Agrigento, nel tardo pomeriggio di ieri, ha aperto un fascicolo d'inchiesta, a carico di ignoti, per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Non è escluso, anzi appare probabile, che dopo questi interrogatori qualcuno possa venire iscritto nel registro degli indagati.
Al vaglio dei magistrati della Procura anche le comunicazioni via radio fra il comandante della Mare Jonio, Pietro Marrone, e la Guardia di finanza che ha intimato l'alt alla nave della Ong chiedendo di non fare ingresso nelle acque territoriali e non avvicinarsi al porto di Lampedusa.
Indagato il comandante della Mare Jonio. Il comandante della nave Mare Jonio, della Ong Mediterranea, è stato iscritto nel registro degli indagati. A procedere all'iscrizione sono stati il procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella e il sostituto Cecilia Baravelli che si trovano a Lampedusa e che stanno coordinando l'inchiesta - aperta per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina - sullo sbarco dei 49 migranti soccorsi dalla nave.
Salvini: "Sequestro Jonio precedente storico". "C'è stato finalmente il sequestro di un'imbarcazione. Il provvedimento, confermato pochi minuti fa dalla procura di Agrigento, è un precedente storico". Lo dichiara il ministro dell'Interno Matteo Salvini, all'ingresso a Palazzo Chigi. "Non posso fare il sequestro della nave se non sbarcano le persone. C'è stato il sequestro convalidato dalla procura che per me è storico perché non erano mie ipotesi che ci fossero illegalità", sottolinea.
Casarini: "Non abbiamo violato alcuna legge". "Non abbiamo violato alcuna legge. Le convenzioni internazionali stabiliscono che i naufraghi debbano essere accompagnati verso un porto sicuro, e noi lo abbiamo fatto. L'unica cosa che mi interessava era che queste persone arrivassero a toccare terra in un luogo sicuro. E ce l'abbiamo fatta. Quello che succederà dopo, per adesso non conta". Lo afferma Luca Casarini, capo-missione della Mare Jonio, in due interviste a Corriere della Sera e Manifesto.
Armatore Mare Jonio: "Libia insicura, non potevamo riportarli lì". "Noi salviamo vite in mare, non ci preoccupiamo del destino giudiziario di Salvini". Lo afferma l'armatore della nave "Mare Jonio", il veneziano Beppe Caccia, in un'intervista pubblicata oggi dal Gazzettino, respingendo l'accusa che il salvataggio compiuto al largo della Libia fosse una cosa 'programmata' in occasione del voto del parlamento sul caso Diciotti. (huffingtonpost)
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