2016: Tour delle Vie delle Seta - SETTIMANA 4 (dentro al Kazakistan)
10.470 km attraverso #italia #repubblicaceca #slovacchia #ungheria #romania #bulgaria #turchia #georgia #azerbaigian e #kazakistan.
"Ognuno di noi attribuisce alla parola "Avventura" il proprio significato.
Non ho una mia definizione, ma sono certo di una cosa:
quando viaggio la cerco costantemente e quando smetto di cercarla
è lei a trovare me."
Dopo il mio sbarco in Kazakistan mi sono trovato in un ambiente completamente diverso, ma familiare. Il calore, l'aridità e la desolazione della steppa kazaka era simile ai km percorsi in Australia o in Patagonia, mentre la strada dritta e infinita che collega villaggi lontanissimi l'uno dall'altro, mi ricordava la Siberia del 2005.
Così i primi km mi sono apparsi nuovamente belli e in grado di riportarmi in dietro nel tempo, ma con le consapevolezze della persona che sono oggi. Ogni giorni aumentavano i camion che superavo e con loro i dromedari che attraversavano la strada. Il cielo era sereno e il termometro segnava 35°.
Ma dopo due giorni di "questo" ho cominciato a storcere il naso e guardare altrove, in cerca di stimoli, di cose nuove da scoprire e soprattutto di avventura.
La mia mappa ritirata gratuitamente a un banchetto di una fiera di milano due anni prima non dava molte indicazioni, ma mi sono fidato lo stesso e Mequet ho abbandonato la grande intestatale gremita di camion e ho deciso di tagliare puntando a est per accorciare quell'odioso asfalto di 1.200 km e riempire il tempo con un po' di sterrato e strade meno frequentate da i passanti.
Da lì in poi sono stati 500 km interminabili. Sono caduto più volte e ogni volta in modo più violento, infangandomi e infangando la moto a cui ho spesso dovuto smontare parafango e piastra anteriore per poter andare avanti. Nell'ennesima caduta ho anche spezzato il telaietto sinistro delle borse laterali, proseguendo su tutte le corrugazioni con una certa difficoltà.
Ore interminabili di guida, pioggia e freddo, scarsità di cibo e di benzina e difficoltà nel trovare un posto per la tenda che non fosse una trappola per la moto a causa dell'argilla che si viene a formare con le prime gocce d'acqua.
Ma quando ho rimesso piede sull'asfalto sentivo di aver vissuto esattamente l'esperienza per la quale avevo scelto di abbandonare la strada facile per avventurarmi in quella difficile.
Il Kazakistan tuttavia è molto grande e i tratti asfaltati permettono di coprire anche 800 km in un giorno senza la preoccupazione di avere tanta fretta. Il clima aveva raggiunto i 39°C e di notte, fra zanzare e caldo afoso, diventa difficile anche dormire.
Quando mi appresto a continuare verso sud su una strada che non è ancora completamente asfaltata scorgo un altro motoviaggiatore alla distanza. Si chiama David ed è australiano. Per la prima volta decido di condividere tempo, km e piazzola con qualcuno come me e, grazie alla reciproca apertura mentale, l'esperienza si rivela molto piacevole. Il viaggio in solitaria è diverso da quello in coppia con altri motociclisti e anche se in due giorni ne ho avuto solo un assaggio, sono contento di essermi concesso questa conferma.
L'ultima sera durante la cena David mi ha chiesto se agli occhi di un motoviaggiatore navigato come me fosse evidente qualche mancanza in un neo motoviaggiatore come lui. Ho risposto che ognuno di noi lavora tutto l'anno per ritagliarsi il tempo di vivere la propria libertà in viaggio e che per questo ognuno lo fa a suo gusto e piacimento. Non è una gara perché non c'è un regolamento, non è una sfida perché non c'è un traguardo è non è una competizione perché non c'è un premio da vincere. C'è solo la scelta di farlo come e perché vogliamo.
[...]
E' l'11 Giugno e celebro il mio primo mese in viaggio e dopo 30 giorni di uova, carne bollita, zuppe e fritture di ogni tipo, credo di essermi meritato una pizza e un caffè italiano. Ma adesso vi lascio al video.
Se lo gradite, apprezzate e vi entusiasmate, condividete come non ci fosse un domani.
Grazie"
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