Ne parla Mario Allegri - Università di Verona
Quarta conferenza del ciclo
"Italo Calvino: l'ultimo classico della nostra letteratura" in collaborazione con IPRASE.
Per classici – scrive Asor Rosa – dobbiamo intendere quegli scrittori che, pur in rapporto stretto con i modelli più alti del passato, sono capaci di proporsi a loro volta come modelli possibili per gli scrittori del futuro. In questo senso, possiamo definire Calvino l’ultimo classico della letteratura italiana del Novecento, un riferimento indiscusso per la generazione degli scrittori trenta-quarantenni e per gli esordienti più giovani, i quali ignorano del tutto la letteratura che precede gli anni Settanta-Ottanta, scomparsa dal loro tavolo di scrittura.
Sin dagli esordi, Calvino mostra un'inesauribile volontà di cambiamento, senza però mai rinunciare a un’idea alta, civile, di letteratura, alla quale adattare le nuove realtà della società di massa e delle novità scientifiche e tecnologiche, tuttavia mai in atteggiamento subordinato: «Noi siamo tra quelli che credono in una letteratura che sia presenza attiva nella storia, in una letteratura come educazione, di grado e di qualità insostituibile». Insomma, letteratura come operazione di civiltà «rivolta a saldare sul piano morale le scelte individuali con le grandi scelte collettive e storiche».
Ripercorrere, pur in un breve ciclo di incontri, i momenti essenziali della sua vicenda letteraria – dai contraddittori esordi neorealisti alle Lezioni americane, attraverso una sperimentazione incessante di modelli e di nuove forme narrative – aiuta a ricomporre anche l’evoluzione della scrittura nella seconda metà del Novecento, e quella, più in generale, del Paese, tenendo ben presente come Calvino abbia ininterrottamente svolto, in parallelo, una intensa attività di promotore culturale presso case editrici e di saggista su riviste e giornali.
Mario Allegri, già professore di Letteratura italiana moderna e contemporanea presso l’Università di Verona, ha al suo attivo numerose pubblicazioni sugli scrittori italiani del secondo dopoguerra. Ha collaborato con numerosi periodici e riviste. Per la Letteratura italiana Einaudi, diretta da A. Asor Rosa, ha curato le sezioni "Venezia e Il Veneto (dal Cinquecento ai giorni nostri)" e "Il Trentino". Ha collaborato per la parte letteraria alla "Storia del Trentino" pubblicata in più volumi presso il Mulino. È Socio Corrispondente dell’Accademia Roveretana degli Agiati, dell’Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona e della Società di Studi Trentini. Membro della redazione della rivista “Comunicare Letterature Lingue” edita da il Mulino, fa parte del Consiglio dell’Accademia Roveretana degli Agiati e ne cura gli Atti di Scienze Umane, Lettere ed Arti.
• 12 gennaio - dalle 17.00 alle 18.30
Gli esordi controversi.
Dal Sentiero dei nidi di ragno (1947) a I giovani del Po (1951)
• 26 gennaio - dalle 17.00 alle 18.30
Le mie favolette: gli antenati e la civiltà industriale alienata
• Giovedì 9 febbraio - dalle 17.00 alle 18.30
Primo congedo: La giornata d'uno scrutatore (1963)
• Martedì 28 febbraio - dalle 17.00 alle 18.30
La scrittura perfetta: Le città invisibili (1972)
• Giovedì 9 marzo - dalle 17.00 alle 18.30
Secondo congedo: Lezioni americane (1988)
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