Milano (askanews) - Brivido sui mercati azionari dopo che una nuova paralisi delle borse cinesi, con conseguente chiusura anticipata per eccesso di ribasso, ha trascinato in calo tutte le piazze asiatiche, con conseguenze sui listini di tutto il mondo. Hong Kong cede il 3,24%, mentre la Corea del Sud ha chiuso con una perdita dell'1,10%. Male anche Taiwan che ha archiviato gli scambi con un ribasso dell'1,73% e la borsa del Vietnam con un -1,75%. A poco o nulla è valso, dunque, il "circuit breaker", il meccanismo automatico di sospensione delle contrattazioni in caso di default.
Il crollo azionario cinese si è innescato contestualmente all'annuncio a sorpresa di una nuova svalutazione dello yuan. La forchetta di riferimento sul dollaro è stata abbassata dello 0,51%.
La caduta delle borse cinesi ha coinvolto prima l'Asia, con Tokyo che ha chiuso a -2,33%, e poi l'Europa.
Parigi cede il 2,90%, Francoforte segna -3,41%, Londra meno 2,61%.
In Italia Piazza Affari ha quasi azzerato tutti i guadagni messi a segno nel 2015. Il Ftse Mib perde il 2,79% a 19,919 punti ma in avvio di seduta era arrivato a scivolare fino a quota 19,631, livelli che non vedeva dal 20 gennaio 2015.
A Wall Street, invece, i contratti futures sull'indice Dow Jones sono crollati di oltre 400 punti, -2,42%, mentre i futures sul Nasdaq cedono il 2,90% e quelli sullo Standard & Poor's 500 il 2,48%.
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