Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele (29 settembre)
«O Dio, che chiami gli Angeli e gli uomini a cooperare al tuo disegno di salvezza, concedi a noi pellegrini sulla terra la protezione degli spiriti beati, che in cielo stanno davanti a te per servirti e contemplano la gloria del tuo volto..». Con queste parole la preghiera Colletta ci introduce alla festa di oggi, quella dei Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele.
Molto bella questa preghiera, ma cos’è “concretamente” un angelo e qual è la sua funzione?
La Colletta ce li ha già inquadrati, anche se solo sommariamente, definendoli “spiriti beati” che in cielo servono Dio e contemplano il suo volto, lo guardano cioè incessantemente. In pratica fanno da tempo immemorabile quello che faremo noi per l’eternità. Un’eternità ovviamente già iniziata, e di cui ci rendiamo conto proprio nel celebrare l’Eucarestia, quando la nostra lode si unisce alla loro, come testimoniano bene il Gloria e il Santo della Messa, quest’ultimo introdotto non a caso dalle parole del prete, che termina il Prefazio dicendo: «Per questo mistero di salvezza, uniti agli angeli e ai santi, cantiamo a una sola voce la tua gloria: Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell’universo..» (cfr. Pr. Euc. II). Insomma questi amici celesti ci hanno in un certo senso anticipato. La parola angelo traduce il greco ànghelos, che a sua volta traduce l’ebraico mal’ak, “messaggero”, un nome cioè che traduce una funzione specifica, quella di “postini celesti”, se ci è permesso di banalizzare un po’, ministri con il compito di agevolare la comunicazione tra cielo e terra...
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