CANALE YOU TUBE: IL DONO DELLA DIVINA VOLONTA'
Dagli scritti della serva di Dio Luisa Piccarreta Vol.XXXIV del 23 Maggio 1937
“Figlia mia, come la creatura chiama la mia Volontà negli atti suoi per vivere in
Essa, Essa investe la creatura e il suo atto con la sua forza creatrice e rinnova la sua
vita divina. E supponi che la chiami mentre sta operando; senti che fa il mio Volere:
chiama in atto quante volte [la creatura] ha operato, unisce insieme [quegli atti] come
se fossero un atto solo e, mettendo la sua forza creatrice, trasforma in divino tutto ciò
che [la creatura] ha fatto e sta facendo, vi suggella la santità delle sue opere e le dà il
nuovo merito e gloria, come se avesse operato tutto di nuovo per amor suo. Se ama,
chiama a vita quante volte ha amato e ne fa un solo amore; se soffre, chiama a vita
quante volte ha sofferto, le unisce insieme, vi mette il sigillo di pene divine e dà loro il
nuovo merito di quante volte ha amato e sofferto. Insomma, tutto ciò che ha fatto e
ripete, tutto ritorna in atto con unirsi insieme, per ricevere la nuova bellezza, santità,
grazia, freschezza, amore e nuovo merito. Nella mia Volontà non ci sono atti separati,
né divisi, ma unità somma; tutto deve dare di Me. Con questa sola differenza, che
nella creatura c’è il nostro atto creante e crescente, invece il nostro Essere Supremo
non è soggetto a crescere, né a decrescere; è tanta la nostra pienezza, immensità ed
infinità che, per sfogo del nostro amore, sentiamo il bisogno di dare e di amare le
creature e di essere amati, ma senza che scemiamo [in] nulla. Ecco perché siamo
tutt’occhi, stiamo come in guardia, per vedere quando vuole far vita nel nostro Volere,
per avere occasione di amarla di più e arricchirla del nostro amore, per ricevere
amore. Possiamo dire che la copriamo del nostro Essere Divino, l’affiatiamo con Noi,
per godercela e darle del nostro, e quando essa, scossa dalla febbre del nostro
amore, dal nostro alito bruciante che le dice continuamente «ti amo, ti amo, o figlia»,
fa suo l’eco nostro e ci ripete «ti amo, ti amo, Vita della mia vita, Amore del mio
amore, Padre mio, Creatore mio, tutto mio, ti amo», [allora] Ci mette in festa e Ci dà
le pure gioie che vogliamo, perché le abbiamo dato la vita. Perciò la vogliamo nella
nostra Volontà, per tenerla come la vogliamo, per darle ciò che vogliamo darle e per
ricevere ciò che vogliamo da lei. Fuori del nostro «Fiat», il nostro amore resta
inceppato per essa; c’è tale distacco tra essa e Noi, che lei giunge a sentirsi lontana
da Noi e [a tenere] Noi lontani da essa, e giunge anche a temerci e ad aver paura di
Noi. Volontà umana, dove mi getta la creatura che tanto amo!”
Riflessione spirituale di Don Pablo Martin Sanguiao:
Col dire “trasforma in divino tutto ciò che (la creatura) ha fatto e sta facendo”,
significa che gli atti propri del suo passato non erano divini, ma solo umani. E questo
è motivo di immensa gioia: poter rifare il proprio passato in modo divino, è molto più
di annullare qualsiasi debito di purgatorio. Perciò conviene prendere tutta la vita di
Gesù per coprire, per sostituire in modo divino, degno di Lui, la nostra vita.
Nel caso degli atti delle altre creature possiamo –se veramente viviamo nella
Divina Volontà– sostituirli con atti divini, ma non possiamo cambiarli in atti divini,
perché furono fatte da altre volontà, mentre nel caso dei nostri propri atti passati,
sì che possiamo farlo, perché uscirono dalla stessa volontà che adesso chiama la
Volontà Divina a trasformarli.
Nel brano del Vol. 30 citato prima, Gesù ha detto: “Il ricordo richiama le opere
del passato e le fa come presenti”. Nella nostra condizione di viatori possiamo
richiamare il passato mediante il ricordo e l’intenzione. Ma nella realtà oggettiva il
passato e il futuro non esistono: tutto è presente. Fare presenti le opere del passato è
quel detto di Gesù: “Ogni scriba divenuto discepolo del Regno dei Cieli è simile al
Padrone di casa, che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche” (Mt 13,52)
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