Ramallah (askanews) - A 24 ore dall'insediamento di Donald Trump, i palestinesi sono scesi in piazza a Ramallah, in Cisgiordania, per protestare contro l'intenzione del presidente degli Stati Uniti eletto, annunciata in campagna elettorale, di spostare l'ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme. Un evento che potrebbe far esplodere le tensioni in Medioriente per il significato simbolico e non solo dello spostamento: Gerusalemme non solo è contesa fra israeliani e palestinesi, ma è la città che questi ultimi vorrebbero come capitale del loro futuro Stato.
"Spostare l'ambasciata in qualsiasi altra parte di Gerusalemme rappresenterebbe una provocazione molto grave - spiega Moustafa Barghouti, politico e attivista palestinese - significherebbe che gli Stati Uniti stanno commettendo insieme ad Israele una violazione della legge internazionale e del principo della non opportunità dell'annessione di altre popolazioni con la forza". "Questo spostamento sarebbe un atto che potrebbe aiutare Israele ad eliminare la soluzione dei due Stati e ogni possibilità di pace nel futuro".
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