Tra le cose che sono rimaste in sospeso a causa della crisi di governo, c’è anche la nomina del commissario straordinario all’emergenza idrica. Chiesto ormai da settimane dalle Regioni più colpite e dalle associazioni agricole, il commissario ancora non c’è. Perché sarebbe importante avere un commissario? Perché, ad esempio, si potrebbero attuare alcuni provvedimenti chiesti in un lettera che i presidenti delle regioni Piemonte e Lombardia, insieme alle associazioni agricole delle province di Pavia, Novara e Vercelli, hanno inviato ai membri del governo. Due le soluzioni: la riduzione al 10% del deflusso minimo vitale per un paio di settimane, che significherebbe poter pompare più acqua dai fiumi, e il rilascio di acqua dai bacini idroelettrici, operazione questa che però potrebbe provocare conseguenze vista l’alta domanda di energia di questo periodo. A corollario, si suggerisce di aumentare il deflusso di acque dal lago Maggiore, in modo da innalzare la portata del Ticino. Proposte che, al momento, sono rimaste lettera morta, ma se nulla si muoverà, nel frattempo, a morire saranno le piantagioni. “Se entro poche ore – scrive Confagricoltura Pavia in un comunicato – non si prenderanno questi provvedimenti, il danno si propagherà ulteriormente con dinamica esponenziale, e quella che è una catastrofe e una calamità che sta colpendo tutta l'agricoltura pavese, rischierà di incidere anche su economia e società”.
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