Cosa non perdere a Fermo:
00:00 introduzione
01:22 Chiesa San Francesco
02:22 Piazza del Popolo
03:16 Parco Girfalco - punto panoramico
03:49 Cattedrale Santa Maria Assunta
05:20 Musei Palazzo Priori
05:31 Sala Mappamondo - Biblioteca
06:32 altre sale del Museo
07:25 Cisterne Romane
08:48 Teatro dell'Aquila
09:02 altro da visitare...
09:22 Shopping & Outlet
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La città di Fermo si trova a pochi chilometri dal mare nella parte centro meridionale delle Marche. Si erge in cima al sabbioso Colle del Girfalco (anticamente Sabulo), tra il fosso San Biagio e il fiume Tenna. Il fermano è una zona collinare caratterizzata da vigneti e paesaggi mozzafiato, tra il Mare Adriatico e i Monti Sibillini. Fermo dal 2004 è una delle cinque province marchigiane.
Entriamo nel borgo oltrepassando la cinta muraria all’altezza di Piazza Dante Alighieri.
Iniziamo la visita dalla gotica chiesa di San Francesco affiancata da una torre campanaria e arricchita da un’abside poligonale a scarpata, massicci pilastri e monofore trilobate.
All’interno il sobrio ambiente è suddiviso da tre navate, alte colonne circolari, strette e lunghe vetrate colorate e pregevoli affreschi. Una cappella ospita il monumento funebre di Ludovico Euffreducci, signore e condottiero di Fermo datato ‘500.
Usciti dalla chiesa saliamo fino ad uno simboli della città, Piazza del Popolo.
Uno slargo oblungo leggermente in salita dove si affacciano eleganti palazzi con portici in mattoni e dimore cinquecentesche: il Palazzo dei Priori, il Palazzo degli Studi, il Palazzo Apostolico, il Loggiato San Rocco e la chiesa di San Martino.
Al piano terra del duecentesco Palazzo Priori, fusione di un nobiliare edificio ed una chiesa, entriamo nell’ufficio IAT per prenotare la visita alla Cisterne Romane e alla Sala del Mappamondo. Su consiglio delle guide acquistiamo il biglietto unico completo che comprende diverse attrazioni di Fermo e delle zone circostanti, come il settecentesco Teatro dell’Aquila, le Cisterne, i Musei. Ha validità un anno.
Abbiamo qualche ora prima della visita guidata, così ci incamminiamo verso la cima del Colle Girfalco, sul quale spicca l’imponente Cattedrale Metropolitana di Santa Maria Assunta circondata dal meraviglioso parco del Girfalco.
Da qui si può ammirare tutta la città e la costa Adriatica. Affacciati dalla terrazza scrutiamo il Monte Conero, il Monte dell’Ascensione e le dolci colline. Nelle giornate limpide si riescono a vedere perfino le Alpi Bebie, catena montuosa croata. Una vista favolosa! Ci godiamo un po’ di relax all’ombra dei pini, dei cedri del Libano e delle palme.
Il Duomo venne costruito sopra un tempio pagano nel 1227 da Federico II, come si evince dalla facciata in stile romanico-gotico in pietra d’istria, poi ristrutturata nel ‘700 dall’architetto Cosimo Morelli.
All’esterno siamo esterrefatti dalla grandezza della torre campanaria, dallo stupendo portale in bronzo dello scultore Aldo Sergiacomi, sovrastato dal rosone, dalla statua in bronzo della Vergine Assunta, dai bassorilievi in pietra e dagli affreschi del ‘300.
Entriamo nella maestosa chiesa. Tre navate in stile neoclassico, una serie di colonne con archi a tutto sesto, raffinate cupole e numerose opere di grande pregio come la “la Sacra Icona”, una tavoletta greco-bizantina con l’immagine della Beata Vergine Maria e gli arcangeli Michele e Gabriele contornati da una cornice in argento sbalzato datata XII secolo.
Sotto l’altare possiamo vedere le fondamenta dell’antica Basilica paleocristiana e la cripta momentaneamente chiusa. La cripta è abbellita da marmi colorati, numerosi reperti archeologici, un busto realistico dell’imperatore romano, due sarcofagi paleocristiani del III e V secolo, sepolcri di epoca medievale, sculture decorative, trabeazioni, capitelli, lapidi, statue e sculture romane.
Torniamo in Piazza del Popolo verso il Palazzo dei Priori, protetto dalla statua bronzea di Papa Sisto V datata fine 500 ad opera di Accursio Baldi.
Entriamo e la guida ci conduce subito nell’affascinante Sala del Mappamondo (Biblioteca Civica “Romolo Spezioli”) così chiamata perché all’interno spicca un gigantesco mappamondo. L’opera d’arte del 1713 realizzata con pregiata carta Fabriano dal cartografo fabrianese Silvestro AmanzIo Moroncelli ha un diametro di due metri.
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