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La concessione della cittadinanza italiana potrebbe essere rifiutata nel caso in cui Tu, richiedente straniero, avessi uno scheletro nell’armadio.
Lo scheletro nell’armadio è il precedente penale.
Si può contrastare un rifiuto della cittadinanza italiana a causa di un precedente penale? E se sì in che modo?
L’amministrazione potrebbe negarti la cittadinanza italiana ritenendo che tu non sia degno di ottenerla perché hai commesso in passato un reato.
Il rifiuto della cittadinanza italiana si basa sul concetto della “PERICOLOSITA’ SOCIALE”; cioè si ritiene pericoloso il cittadino straniero e dunque non gli si concede la cittadinanza.
Si può contestare questa decisione?
Certo, andando a fare una causa davanti al Tribunale Amministrativo in cui si contesta la decisione dell’Amministrazione procedente, ovvero la Prefettura.
Sì perché l’Amministrazione applica un automatismo, e cioè:
precedente penale = pericolosità sociale = rifiuto della cittadinanza
Questo ragionamento è scorretto e deve essere contestato.
In che modo?
Bisognerà fare un ricorso amministrativo in cui il Difensore di Fiducia dovrà dimostrare che il precedente penale è ormai risalente nel tempo, ovvero riguarda una vita passata, e che quell’episodio delittuoso è stato un errore isolato nel tempo.
Insomma una parentesi spiacevole della propria vita.
Ma la persona nel corso del tempo si è emendata dal reato. Significa che è ha compreso il suo sbaglio ed è diventato un uomo nuovo.
Come lo dimostrerai?
Innanzitutto dimostrando che non sei più caduto nel reato. E questo è ovvio.
Ma soprattutto bisognerà rappresentare al Tribunale competente che Tu, soggetto straniero, lavori, hai un reddito, e sei radicato sul territorio.
In poche parole: NON VIVI con i proventi di attività illecite o criminose, ma ATTRAVERSO IL DENARO FRUTTO DEL tuo onesto lavoro.
Secondo le sentenze del TAR e del Consiglio di Stato – CIOè i Giudici che decidono in questa materia - l’Amministrazione non può applicare l’automatismo che abbiamo visto prima (precedente penale = pericolosità sociale = rifiuto) ma dovrà valutare il tuo intero percorso di vita.
Di conseguenza: se Ti viene rifiutata la cittadinanza, in base a questo ragionamento automatico, allora si può dire che il modo di procedere dell’amministrazione non è corretto e la decisione va impugnata davanti al Giudice.
Ma non basta.
Mettiamo caso che C’è STATO stato il rigetto della Cittadinanza da parte dell’Amministrazione per il precedente penale.
Prima di andare davanti al Tar dovrai aver ottenuto la c.d. riabilitazione dal reato.
In un precedente video ho parlato della riabilitazione; quindi, se non l’hai visto, vallo a vedere e capirai cos’è.
In estrema sintesi la riabilitazione ripulirà il tuo casellario giudiziale dalla macchia del reato che hai commesso in passato.
Ascoltami bene.
L’ottenimento della riabilitazione sarà molto importante.
Sì perché con la riabilitazione in tasca potrai presentarti davanti al Giudice a testa alta, con la camicia pulita, e non più sporca dal reato commesso.
In questo modo potrai dire a quel Giudice che ti sei riabilitato – quindi corretto dal reato - e dunque che è venuto meno proprio quella pericolosità sociale che ti contestava l’Amministrazione.
In tal modo avrai buone possibilità per ottenere la Cittadinanza Italiana.
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Io sono Francesco D’Andria e sono dalla tua parte.
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Cittadinanza Italiana e precedente penale
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