Girano con lo zaino in spalla, fumando una sigaretta tra i locali della loro scuola. Nessuna campanella, via i libri. Lì i mangiano, ci dormono, l'hanno occupata. Sono i cento alunni del liceo Virgilio di Roma che 14 giorni fa hanno detto basta a disservizi e appelli studenteschi che non trovavano risposta e hanno deciso di passare ai fatti, di occupare l'edificio in segno di protesta. Tredici i punti su cui si battono.
Sofia, rappresentante di Istituto ci accompagna nelle aule, ora dormitori per i 100 ragazzi che vivono nella scuola. Sono accampati come meglio possono, con sacchi a pelo e qualche tenda. Dormono sui banchi duri e confessa di avere un gran mal di schiena. “Non è facile, ci spiega, non siamo qui per divertirci ma per essere ascoltati”.
Sveglia alle 7.30, niente pacchia per gli alunni occupanti che rispettano un rigido programma giornaliero di attività. Tante le cose da fare, le aule da riverniciare, gli spazi da riqualificare. Un'occupazione che ha il volto di un'attività sociale, più che di una rivolta. Tanto che alcuni professori sono scesi in campo a sostegno dei 13 punti che gli alunni hanno richiesto al dirigente scolastico e al Sottosegretario del Ministero dell'Istruzione Davide Faraone per rendere più vivibile l'ambiente scolastico, luogo di crescita per gli adolescenti.
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