Liturgia del giorno: Os 2,16b.17b.21-22; Sal 44; Mt 25,1-13
Nata il 12 ottobre 1891 – festa del Kippur, dell’espiazione per gli ebrei - a Breslavia in una famiglia di ebrei, dotata di straordinaria intelligenza, durante l’adolescenza entrò in crisi di fede dichiarandosi atea, ma rimanendo un’appassionata ricercatrice della verità. Intrapresa la via della ricerca filosofica presso l’università di Gottinga, attirò l’attenzione di Edmund Husserl, il teorico della fenomenologia, il quale le propose di diventare la sua assistente. Dopo un primo incontro con Cristo avvenuto mentre riordinava, su incarico della vedova, gli scritti di Adolf Reinach, nell’estate 1921 legge la Via di Santa Teresa d’Avila e ne rimane affascinata, scoprendo al vivo Colui che invano cercava altrove. Il mattino seguente entra in una chiesa cattolica e, dopo la Messa, chiede al sacerdote di iniziare la sua preparazione al battesimo, che riceverà nel gennaio 1922. Poi matura in lei la vocazione religiosa, ma vari motivi inducono il suo direttore spirituale, padre Raphael Walzer, abate di Beuron, a consigliarle di attendere. Dopo 12 anni, nel 1933, Edith può finalmente entrare nel Carmelo di Colonia, dove l’anno successivo veste l’abito prendendo il nome di Teresa Benedetta della Croce. Siamo nel pieno della persecuzione nazista degli ebrei: la santa vive la sua vocazione in spirito di olocausto per il suo popolo, affascinata dalla mistica della croce. Quando il 2 agosto 1942, insieme alla sorella Rosa, la Gestapo la strappa dalle mura del carmelo di Echt in Olanda, dice semplicemente: «Andiamo per il nostro popolo!». Nei pochi giorni di presenza nel lager di Auschwitz-Birkenau la sua presenza fu, come affermarono poi alcuni superstiti, una benefica rugiada di consolazione per i deportati. Fu mandata nella camera a gas il 9 agosto. Beatificata da Giovanni Paolo II nel 1987 e da lui stesso canonizzata l’11 ottobre 1988, è stata poi proclamata copatrona d’Europa insieme a santa Caterina da Siena e a santa Brigida di Svezia.
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