Un pedimento infinito con ripetute ferme dell'impereggiabile Zeus, ci porta dai piedi di una collina fino alla sua cima, tra rocche di granito e fitti cespugli intricati. Arriviamo con le gambe distrutte e il fiato corto, ma alla fine la Pernice s'invola a pochi passi da mio padre. Il primo tiro, leggermente alto, viene seguito da un secondo colpo che abbatte l'animale. Il recupero, apparentemente semplice, inizia a dilungarsi tanto che io lascio sul posto mio padre e riesco a trovare un'altra pernice insieme a Diana, la mia cuccioletta di Epagneul Breton, riuscendo ad abbatterla e recuperarla. Ritorno poi da mio padre e lo trovo ancora intento alla ricerca del selvatico, poco prima di raggiungerlo, noto la cagna che inizia a tracciare. Ho appena il tempo di accendere la telecamera, che lei balza sul selvatico abbattuto precedentemente da mio padre. Verosimilmente, l'animale deve essere caduto ferita e aveva pedinato una trentina di metri prima di fermarsi. La passione, la dedizione e anche la fortuna oggi sono state dalla nostra parte. Ora il carniere massimo giornaliero è raggiunto con l'abbattimento di una pernice a testa. Aspettiamo domenica prossima per la seconda e ultima giornata, mentre nel pomeriggio tenteremo una difficile cacciata su una lepre molto scaltra.
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