Come motivare chi non è motivato? Cosa può fare un leader in questi casi? Queste domande mi vengono rivolte spesso da manager e imprenditori che aspirano a essere leader. In molti pensano che la radice della motivazione sia solo all’interno della persona. Voglio però suggerire due domande utili da porsi in questi casi quando ci si trova nei panni del leader:
00:35 1) Quali potrebbero essere 20 altre spiegazioni della mancanza di motivazione del tuo collaboratore o dipendente?
Devono essere 20, quindi la spiegazione “è demotivato per colpa sua” non è sufficiente e anzi è da scartare in partenza. Etichettare qualcuno come “demotivato” rischia di creare una profezia che si realizza. Inoltre, se tu credi che qualcuno si comporti così perché “è colpa sua”, stai rinunciando al compito del leader: aiutare le persone a diventare la versione migliore di se stesse.
3:15 2) Sto lavorando per motivare il mio collaboratore o per ispirarlo?
Il passaggio mentale che suggerisco è quello di pensare meno a “perché quella persona non è motivata?” E più a “come posso io ispirarla?”. Chiediti: cosa puoi fare di più per creare un ambiente capace di ispirare i tuoi collaboratori? Se non ti prendi adesso tu cura dei tuoi collaboratori, loro domani non si prenderanno cura di te.
Concentrarsi solo sulla motivazione delle persone ci porta ad avere una visione riduttiva della situazione. Un buon leader è capace di ispirare le persone, di valorizzarle e dare loro un senso di scopo. Sei d’accordo? :-) Cosa fai tu per essere un buon leader?
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"La motivazione. Parecchi capi vedono la radice di questa questione all’interno della persona. Ma è davvero sempre la spiegazione giusta? Vorrei porre due domande che manager e leader o aspiranti tali all'ascolto dovrebbero porsi. Come prima cosa chiediamoci: “Quali potrebbero essere 20 altre spiegazioni del fatto che quello specifico collaboratore si stia comportando proprio così?" Attenzione, ho detto 20, non è 1, quindi la spiegazione “è demotivato per colpa sua” non è sufficiente. Anzi proprio quella lì, è la motivazione da scartare in partenza. Per almeno due motivi. Il primo è che se lo etichetti come “demotivato”, è molto facile che quella etichetta diventi una profezia che si realizza. Il collaboratore cioè si sente abbandonato e inizia a precipitare su sé stesso, demotivandosi. Il secondo motivo è che se tu credi che qualcuno si comporti così perché “è colpa sua”, allora stai rinunciando al potere di trasformarlo nella migliore versione di sé stessa. Cioè, quando io penso che tu non valga nulla, inizio a comportarmi con te come se davvero non valessi nulla. In questo modo difficilmente estrarrò un ragno dal buco. Se invece io mi avvicino a te pensando che tu possa essere un campione, allora mi avvicino a te con curiosità, con energia… e questi ingredienti che ci aiuteranno a far sì che il tuo potenziale nascosto possa emergere. Magari è demotivata perché non è inserita nell'ambiente giusto, magari non si sente parte della cultura aziendale. Ecco che se inizi a pensare oltre al “è colpa sua” e ti si raffigurano tutta una serie di cause sulle quali tu hai un importante margine di azione. Una seconda domanda molto utile che i leader all'ascolto dovrebbero porsi è: sto lavorando per motivare il mio collaboratore o per ispirarlo? Il passaggio mentale che suggerisco, cioè, è quello di pensare meno a “perché quella persona non è motivata?” E più a “come posso io ispirarla?”. Perché tu puoi motivare le persone con il bastone o con la carota, oppure offrendo loro ricompense, o minacciandole e punendole. Ma riflettiamoci un attimo: in questo modo sei sicuro che otterrai veramente il comportamento desiderato? Beh, magari sì, lo otterrai…ma quanto credi che durerà questo comportamento? E allora dobbiamo chiedercelo: cosa puoi fare di più per creare un ambiente capace di ispirare i tuoi collaboratori? Se non ti prendi adesso tu cura dei tuoi collaboratori, loro domani non si prenderanno cura di te. Se non ti assumi tu adesso la responsabilità della loro motivazione, loro domani non si assumeranno la responsabilità dei tuoi risultati. E viceversa. E' un dato di fatto: concentrarsi solo sulla motivazione delle persone ci porta ad avere una visione riduttiva della situazione. Dobbiamo imparare a ispirare le persone. Dobbiamo dare loro un senso di scopo. Dobbiamo farle sentire importanti, prese in considerazione, ascoltate e comprese, accettate. Dobbiamo farle sentire parte importante di una squadra, perché no, di una famiglia…non semplici esecutori. Spero di avere dato qualche spunto sul come iniziare ad approfondire questo argomento, ti lascio in descrizione un paio di link per approfondire questo argomento, Per oggi è tutto, noi ci vediamo alla prossima ;-)
Come motivare chi non è motivato: cosa può fare un leader
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