(Agenzia Vista) - ROMA, 10 Marzo 2015 - Il DDL Boschi sulla Riforma Costituzionale del Senato e la modifica del Titolo V della Costituzione sulla distinzione di competenze tra lo Stato e le Regioni è passato oggi alla Camera a larghissima maggioranza: 357 sì e 125 no. Il provvedimento dovrà ora essere riesaminato proprio al Senato per l’approvazione definitiva. Con la riforma Boschi a Palazzo Madama siederanno 100 senatori al posto degli attuali 315, così divisi: 74 consiglieri regionali, 21 sindaci, 5 personalità illustri nominate dal presidente della Repubblica. I senatori non saranno più eletti direttamente dai cittadini e l’Aula manterrà un ruolo quasi esclusivamente consultivo. La fiducia ai governi in carica sarà votata solo dalla Camera. Il Senato continuerà ad avere potere di voto sulle riforme costituzionali, leggi costituzionali, leggi sui referendum popolari, leggi elettorali degli enti locali, diritto di famiglia, matrimonio e salute e ratifiche dei trattati internazionali.
Nel risultato finale del voto al DDL, estremamente favorevole al governo Renzi, ha pesato il rientro nei ranghi della minoranza PD e dei Bersaniani. Solo 11 i parlamentari del Partito Democratico che hanno manifestato aperta opposizione, non partecipando al voto o astenendosi (Angelo Capodicasa, Carlo Galli, Guglielmo Vaccaro, Francesco Boccia, Giuseppe Civati, Stefano Fassina, Ferdinando Aiello, Paola Bragantini, Massimo Bray, Luca Pastorino, Michele Pelillo).
“Un paese più semplice e più giusto”, ha commentato il Presidente del Consiglio.
Il gruppo di Forza Italia ha seguito le indicazioni di Berlusconi per il “no”, ma al suo interno è ormai spaccata tra sostenitori di Verdini, intenzionati a riaprire il dialogo con il PD chiuso dalla rottura del Patto del Nazareno, i fedelissimi come Renato Brunetta e i Ricostruttori del dissidente Raffaele Fitto.
Il Movimento 5 Stelle, invece, ha mantenuto la “linea dell’Aventino” stabilita da Beppe Grillo restando fuori dall’Aula. Ma dopo le fuoriuscite delle scorse settimane, il peso numerico del M5S alla Camera è diminuito in maniera significativa.
Tra le altre opposizioni, contrari anche Lega e gli alleati di Fratelli d’Italia - AN, gli ex grillini di Alternativa libera e SEL, i cui deputati hanno votato mostrando la Costituzione.
Dopo l’okay al DDL Boschi adesso la partita delle riforme si gioca sull’Italicum, ovvero la nuova legge elettorale su cui il consenso a Renzi potrebbe rivelarsi molto più fragile.
fonte
VISTA Agenzia Televisiva Parlamentare / Alexander Jakhnagiev
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