Il Gip del Tribunale di Siracusa, Francesco Alligo, ha disposto per Giovanni Merlino, 38 anni, e Giuseppe Ferrazzano, 40 anni, la misura cautelare in carcere.
I due siracusani bloccati dalla polizia per il tentato omicidio, a colpi di pistola, ai danni di Salvatore Di Fede, 50 anni, avvenuto martedì scorso in via Grottasanta, nella zona nord di Siracusa. La decisione è stata assunta dal gip del Tribunale di Siracusa, dopo ben 8 ore di camera di consiglio, ritenuti responsabili dell’agguato ai danni del Di Fede, centrato lo scorso martedì alle gambe con sei colpi di pistola.
Secondo quanto emerso nella ricostruzione della polizia, a sparare sarebbe stato il 38enne, il quale, nel corso del suo interrogatorio in Tribunale, avrebbe detto di aver agito perche’ la vittima e la sua ex compagna avrebbero sperperato i soldi che lui avrebbe consegnato loro per il sostentamento della figlia avuta dall’indagato con quella donna. Esasperato per le privazioni della ragazzina avrebbe deciso di dargli una lezione. Il quarantenne, invece, si è difeso sostenendo che non sarebbe stato a conoscenza delle vere intenzioni del 38enne.
I fatti: Alle ore16 di lunedì della scorsa settimane, in via Grottasanta, un pregiudicato di 50 anni, Salvatore Di Fede, siracusano, ricercato dalla polizia per evasione, veniva ferito da alcuni colpi di arma da fuoco ad entrambe le gambe, esplosi da un uomo che, giunto sul posto a bordo di un’autovettura condotta da un complice, sparava sei colpi di pistola contro la vittima, ferendola ad entrambe le gambe. I due arrestati sono: Giovanni Merlino, 38 anni, e Giuseppe Ferrazzano, 40 anni. A sparare, secondo una prima ricostruzione, sarebbe stato Giovanni Merlino.
Intanto la signora L.M. (la ex dell’attentatore di via Grottasanta) avrebbe dichiarato che il Merlino non avrebbe mai versato un euro è tutto falso. «Il mio ex non ha mai versato alcun mantenimento per nostra figlia nonostante il provvedimento del Tribunale di Siracusa che a causa delle sue gravi pendenze penali, che lo vedono entrare e uscite dal carcere, ha disposto l’affidamento esclusivo di nostra figlia solo alla madre. Pertanto non corrisponderebbe a verità quanto dichiarato durante l’interrogatorio davanti al sostituto procuratore.
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