Francesco, Santa Messa nella solennità dei Santi apostoli Pietro e Paolo 29 giugno 2024
Il Giubileo sarà un tempo di grazia nel quale apriremo la Porta Santa, perché tutti possano varcare la soglia di quel santuario vivente che è Gesù e, in Lui, vivere l’esperienza dell’amore di Dio che rinvigorisce la speranza e rinnova la gioia. E anche nella storia di Pietro e di Paolo ci sono delle porte che si aprono.
(...) È Dio che apre le porte, è Lui che libera e spiana la strada. A Pietro (...) Gesù aveva affidato le chiavi del Regno; ma egli fa esperienza che, ad aprire le porte, è per primo il Signore, Lui sempre ci precede. Ed è curioso un fatto: le porte del carcere si sono aperte per la forza del Signore, ma Pietro poi farà fatica ad entrare nella casa della comunità cristiana: colei che va alla porta, pensa che sia un fantasma e non gli apre (cfr At 12,12-17). Quante volte le comunità non imparano questa saggezza di aprire le porte!
Benedetto XVI, visita alla Basilica di San Paolo fuori le mura 25 aprile 2005
All’inizio del terzo millennio, la Chiesa sente con rinnovata vivezza che il mandato missionario di Cristo è più che mai attuale. Il Grande Giubileo del Duemila l’ha condotta a “ripartire da Cristo”, contemplato nella preghiera, perché la luce della sua verità sia irradiata a tutti gli uomini, anzitutto con la testimonianza della santità. Mi è caro qui ricordare il motto che san Benedetto pose nella sua Regola, esortando i suoi monaci a “nulla assolutamente anteporre all’amore di Cristo” (cap. 4). In effetti, la vocazione sulla via di Damasco portò Paolo proprio a questo: a fare di Cristo il centro della sua vita, lasciando tutto per la sublimità della conoscenza di lui e del suo mistero d’amore, ed impegnandosi poi ad annunciarlo a tutti, specialmente ai pagani, “a gloria del suo nome” (Rm 1,5).
Giovanni Paolo II, saluto ai fedeli prima della Messa per il Giubileo delle famiglie 25 marzo 1984
“Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te!”. Le parole rivolte dall’angelo Gabriele alla Vergine santa nel giorno dell’Annunciazione mi salgono spontaneamente alle labbra all’inizio di questa liturgia, nella quale ci è data la gioia di avere con noi l’immagine venerata della Madonna di Fatima. A lei va il primo pensiero dell’anima, a lei il primo, grato sentimento del cuore. (...) Il mio saluto si rivolge, altresì, con intenso affetto ai pellegrini convenuti nello scenario maestoso di piazza San Pietro per celebrare il Giubileo delle famiglie. La presenza dell’immagine di Maria, sposa e madre, conferisce a questa celebrazione un tono particolarmente caldo, crea un’atmosfera familiare. Sotto il suo sguardo materno ci sentiamo davvero tutti come “in famiglia”.
Paolo VI, Angelus 14 dicembre 1975
Noi vorremmo (...) ora invitare a non perdere la felice opportunità di varcare le soglie della casa di Dio, cioè d'entrare nell'ambito della bontà divina, quale la fede ci offre e la Chiesa ci predica. «Compelle intrare», forzali ad entrare, dice una parola del Vangelo (Luc. 14, 23). È la pressione della salvezza; è l'urgenza della carità, che ci spinge a questo insistente invito, rivolto specialmente ai lontani, agli apatici, ai dubbiosi: «fate il Giubileo»! Voi, Romani, specialmente! Molti vengono dall'oriente e dall'occidente, e voi, figli del regno, volete rimanere fuori dal vostro preferenziale destino d'essere qui, a Roma, di Roma? Pensate: nulla è più discordante dallo spirito romano, che l'incomprensione della sua universale e trascendente, eterna vocazione! E poi: ciò che forse fa ostacolo dentro di voi a compiere questo profondo atto di religione è proprio ciò che più logicamente lo reclama! E infine: è così facile, così liberatore, così serio questo atto religioso del Giubileo che non dovreste avere timore a compierlo semplicemente, cordialmente! Qualcuno che vi guida e vi accompagna certo lo potete trovare!
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