Teheran, (askanews) - Migliaia di persone si sono radunate a Teheran per una manifestazione di protesta davanti all'ex ambasciata statunitense per commemorare il 35simo anniversario dell'attacco alla sede diplomatica americana. Assalto che innescò la più grave crisi tra i due paesi dai tempi del colpo di Stato che nell'agosto del 1953 rovesciò il primo ministro Mohammad Mossadeq, che aveva nazionalizzato l'Anglo-Iranian Oil Company, organizzando l'industria petrolifera statale iraniana.
La crisi degli ostaggi tra gli Stati Uniti e la Repubblica islamica dell'Iran cominciò quando furono presi in ostaggio 52 membri dell'ambasciata, dopo che un gruppo di studenti aveva occupato la sede diplomatica. La detenzione del personale sequestrato si prolungò dal 4 novembre 1979 sino al 20 gennaio 1981.
Le vecchie tensioni riaffiorano oggi, forse non a caso, nel segno dell'attualità più recente.
"L'America è nostra nemica, spiega una dimostrante. E nei negoziati sul nucleare la sua inimicizia e l'intensità della sua ostilità si sono di nuovo rivelate. Quando si osserva il corso dei negoziati, ci si accorge che gli Stati Uniti non rispettano mai i diritti delle altre nazioni. A parte i loro e quelli d'Israele".
"L'Iran ha continuato a gridare per 35 anni "Morte all'America". E non ci fermeremo sino a quando non smetterà di attaccare gli altri paesi".
Le proteste di oggi si sono svolte in concomitanza con l'inizio della celebrazione dell'Ashura che per gli sciiti ricorda il martirio dell'Imam Ali e di 72 suoi seguaci massacrati dalle truppe del califfo omayyade. Il lutto sciita per quella strage dura 40 giorni e innesca una serie di cortei di cordoglio segnati anche da cruente auto-flagellazioni.
(Immagini Afp)
Ещё видео!