Molto è stato scritto sulla Resistenza e sulla guerra di liberazione in Italia. Ma che cosa accadde ai partigiani dopo l’aprile 1945? Come vissero realmente gli anni del dopoguerra e della rinascita del Paese coloro che la Repubblica avrebbe celebrato come i nuovi eroi della patria, martiri del secondo Risorgimento nazionale? Ne parla Michela Ponzani nel suo libro Processo alla Resistenza, edito da Einaudi, protagonista del prossimo appuntamento di Scrittori in scena al Teatro Manzoni di Roma. Intervengono sul palco con l’autrice i giornalisti Giorgio Zanchini e Marco Damilano.
Dal 1948 e fino ai primi anni Sessanta, nelle aule di giustizia della nuova Italia democratica va in scena un “Processo alla Resistenza”, destinato ad avere un forte impatto mediatico. Assassini, terroristi, “colpevoli sfuggiti all’arresto”. Così la magistratura del dopoguerra, largamente compromessa col regime fascista, giudica quei partigiani che hanno combattuto una guerra clandestina per bande, tra il 1943 e il 1945. Giudizio condiviso dalla stampa e da gran parte dell’opinione pubblica italiana, che si accompagna a una generale riabilitazione di ex fascisti e collaborazionisti della Rsi, autori di stragi e crimini contro i civili, costretti a “obbedire a ordini superiori”. Attraverso carte processuali e documenti d’archivio inediti, Michela Ponzani ricostruisce il clima di un’epoca, osservando i sogni, le speranze tradite e i fallimenti di una generazione che pagò un prezzo molto alto per la scelta di resistere.
Dirette da Alessandro Vaccari, SCRITTORI IN SCENA e MANZONI IDEE, da un’idea di Carlo Alighiero, sono le proposte culturali del Manzoni di Roma, storico teatro del quartiere Prati, nuovo punto di riferimento per i lettori e gli autori.
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