Predica del Cardinale Raniero Cantalamessa
Venerdì 2 aprile 2021 nella Basilica di San Pietro Papa Francesco ha celebrato la liturgia del Venerdì Santo: La Passione del Signore, che, per la seconda volta consecutiva si è svolta con la presenza di circa 200 fedeli oltre ai Cardinali. Sono le conseguenze del Covid, ovviamente, a costringere un numero limitato di persone in presenza: si tratta della “sofferenza globale” che tutti conosciamo, che è stata evidenziata anche nella grande Preghiera Universale, specifica della Liturgia nel giorno della Passione.
La ricchezza della celebrazione è stata impreziosita dall’omelia del nostro confratello p. Raniero Cantalamessa, ora Cardinale, il quale da 41 anni offre alla Curia Vaticana e a tutta la Chiesa la predicazione per i tempi forti di Avvento e Quaresima e la meditazione del Venerdì Santo.
Quest’anno si è lasciato ispirare dall’incisiva Lettera Fratelli tutti di Papa Francesco, provando a sottolineare alcuni tratti specifici della fraternità oggi, nella Chiesa. Dapprima ha offerto un’ampia panoramica del termine “fratello” e “fraternità” sia nella tradizione biblica dell’Antico Testamento, sia agli albori della comunità cristiana, per giungere poi a restringere il punto focale sulla Chiesa Cattolica, tralasciando l’aspetto ecumenico.
Ed è qui, guardando in casa nostra, che le parole si sono fatte più forti, quando ha indicato un elemento presente e grave di mancanza di fraternità – anzi la presenza di divisioni – all’interno della Chiesa. Oggi la fraternità cattolica è ferita; la tunica di Cristo è fatta a pezzi dalle divisioni dei credenti. Tali divisioni portano l’impronta del “divisore”, di colui che semina zizzania e indebolisce o priva della comunione.
La Chiesa Cattolica, oggi è ferita a causa dell’opzione politica che “prende il sopravvento su quella religiosa ed ecclesiale e sposa un’ideologia, dimenticando completamente il valore e il dovere dell’obbedienza nella Chiesa”. Il richiamo è rivolto a tutti, ma una responsabilità più ampia e specifica tocca i Pastori delle comunità cristiane: sono essi a dover portare a Cristo il gregge a loro affidato, e non indirizzarlo in altre direzioni, finendo così di condurlo a se stessi; essi, inoltre non devono mai dimenticare che sono pastori di tutto il gregge a loro affidato e non di una parte soltanto. L’esempio lo offre Cristo stesso, che non ha aderito ad una delle ideologie del tempo, ben presenti, ma ha annunciato il Regno di Dio. Al contrario, quando nella Chiesa l’ideologia prende il sopravvento, significa che “il regno di questo mondo” è diventato più importante, nel proprio cuore, rispetto al Regno di Dio.
Parole vibranti. Parole che rimandano alla conversione.
La fraternità ampia, universale, non si costruisce con grandi e altisonanti proclami, o con sofisticate teorie, ma partendo dal quotidiano, al nostro interno, nella Chiesa.
Ricordiamo che Cristo è morto sulla croce “per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi”. A Lui ci rivolgiamo con cuore contrito e umiliato – ha concluso il Predicatore – implorando il dono dell’unità e della pace: invocazione che la Chiesa eleva in ogni celebrazione dell’Eucaristia.
Il Venerdì Santo le chiese restano spoglie ponendo in particolare evidenza il Crocifisso: la Liturgia celebrata in San Pietro, attraverso l’omelia ha tolto il velo ed ha messo a nudo una delle ferite della Comunità cristiana oggi, la divisione al suo interno. Nudità che può essere rivestita dalla grazia di Cristo, che celebriamo Risorto il giorno di Pasqua: Egli infonde lo Spirito sui discepoli e offre il dono della pace.
Ещё видео!