Irene e Claudio hanno otto figli. E una casa con due bagni. In un condominio vicino a viale Kant, zona nord est di Roma. In questi giorni di emergenza per il coronavirus, come tutti, anche Pietro, Anna, Matilde, Caterina, Esther, Tommaso, Giacomo ed Elena devono vivere insieme 24 ore su 24. Pietro ha 15 anni. Elena 18 mesi. E la gestione è complicata. I ragazzi hanno la vita scandita dalle attività scritte con i pennarelli colorati su un cartello appeso al muro della cucina. "Abbiamo dovuto stabilire momenti ben precisi - racconta Irene - altrimenti sarebbe il caos. E comunque non è semplice far rispettare orari e compiti". La mattina ci si sveglia alle 7.30. Colazione entro le 9.30. Si studia dalle 10 alle 12. Alle 13 si prepara il pranzo. E tutti fanno qualcosa. La cosa più complicata in assoluto? " La scuola a distanza. Le videolezioni sono a ogni ora del giorno e gli insegnanti usano app diverse: ne abbiamo una per ogni figlio. Le chat impazziscono e non si riesce a stare dietro a tutto. E' la confusione totale". Nel video alcuni momenti della giornata: lo studio, i giochi e le merenda
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