Ezechiele si rivolge a una parte del popolo di Israele che fu risparmiata dalla deportazione in Babilonia. Non furono condotti lontano, non gli fu sottratta la terra; gli abitanti di Gerusalemme, rimasti nella Città Santa, vissero però un grande equivoco religioso ed umano. Se la potenza straniera aveva scavato un solco, fra loro e quanti erano stati condotti prigionieri, ancora più dolorosa era la distanza che questi abitanti avevano posto credendo di essere la parte eletta del popolo. Sentivano, loro che erano rimasti a Gerusalemme, di avere il possesso del Tempio e credevano di essere estranei alla sciagura, che aveva colpito gli altri. Già Geremia, nel capitolo ventiquattresimo, aveva combattuto questa presunzione, annunciando al contrario che gli esiliati, proprio gli esiliati, sarebbero stati preferiti dal Signore. Ora invece Ezechiele scuote la coscienza di chi, pur avendo assistito alla deportazione, si sente sicuro, perché vicino al Tempio, perché risparmiato dallo strappo, subito dai suoi fratelli. Se ci consideriamo noi, oggi, una sola e unica famiglia umana, molti potrebbero riconoscersi nell'equivoco, di cui parte degli ebrei furono interpreti. Davanti ai nostri occhi infatti ogni anno centinaia di migliaia, milioni, di deportati hanno cercato salvezza nel continente europeo. Ed oggi sta venendo qualcosa di grande e di terribile: il conflitto ha svegliato il nostro continente, che sta aprendo infine le proprie porte, uscendo dallo stordimento e dall'oblio colpevole delle sofferenze altrui. Chiediamo al Signore di fermare le armi, sappiamo alla luce della Parola di Dio, ancora una volta, che non ci si salva da soli. Se cerchiamo DIo, lo troveremo accanto ai feriti e non nelle nostre certezze che oggi sembrano essere minacciate. Per questo chiediamo che ci sia data la grazie comunicata da Dio per mezzo di Ezechiele “Darò loro un cuore nuovo, uno spirito nuovo metterò dentro di loro. Toglierò dal loro petto il cuore di pietra, darò loro un cuore di carne, perché seguano le mie leggi”.
0:00 Preghiera con la Comunità di Sant'Egidio
13:46 Lettura del libro del profeta Ezechiele (Ez 11,14-21)
16:05 Commento sul libro del profeta Ezechiele (Ez 11,14-21)
Dal libro del profeta Ezechiele
(Ez 11,14-21)
Allora mi fu rivolta questa parola del Signore: "Figlio dell'uomo, gli abitanti di Gerusalemme vanno dicendo ai tuoi fratelli, ai deportati con te, a tutta la casa d'Israele: "Voi andate pure lontano dal Signore: a noi è stata data in possesso questa terra". Di' loro dunque: Dice il Signore Dio: Se li ho mandati lontano fra le nazioni, se li ho dispersi in terre straniere, nelle terre dove sono andati sarò per loro per poco tempo un santuario. Riferisci: Così dice il Signore Dio: Vi raccoglierò in mezzo alle genti e vi radunerò dalle terre in cui siete stati dispersi e vi darò la terra d'Israele. Essi vi entreranno e vi elimineranno tutti i suoi idoli e tutti i suoi abomini.
Darò loro un cuore nuovo, uno spirito nuovo metterò dentro di loro. Toglierò dal loro petto il cuore di pietra, darò loro un cuore di carne, perché seguano le mie leggi, osservino le mie norme e le mettano in pratica: saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio. Ma su coloro che seguono con il cuore i loro idoli e i loro abomini farò ricadere la loro condotta". Oracolo del Signore Dio.
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