F.P. Tosti, "IL PESCATORE CANTA"
LUCIO LUPOLI, tenore
(Home Studio Recording, maggio 2024)
Francesco Paolo Tosti, autore di famose romanze da salotto, studiò con Saverio Mercadante al Conservatorio di San Pietro a Majella a Napoli, dove si diplomò in violino e composizione nel 1866. Si trasferì poi a Roma, dove, sfruttando la sua voce tenorile, iniziò ad esibirsi come cantante: grazie a questa attività, divenne celebre e iniziò a frequentare gli ambienti mondani della capitale, persino come maestro di canto di Margherita di Savoia, futura regina d’Italia. Strinse amicizia con un suo corregionale, il grande poeta abruzzese Gabriele D’Annunzio. Si trasferì quindi a Londra, dove nel 1880 entrò alla corte della regina Vittoria, ancora come maestro di canto. Il rapporto con l’Italia riprese poco dopo la nomina a baronetto: nel settembre del 1908, quando ad Ortona fu organizzato un grande concerto in suo onore, la riconciliazione con la città natale accrebbe il sentimento di nostalgia per la madrepatria. Peraltro, durante il regno di Giorgio V, anch’egli suo allievo, il rapporto con la corte si affievolì; e Tosti decise infine di lasciare Londra per Roma: nel gennaio del 1911 rientrò nell’appartamento di via Veneto 84, che non aveva mai del tutto abbandonato. A Roma il musicista morì settantenne nel 1916. “IL PESCATORE CANTA”, vecchia canzone popolare su testo di Riccardo Mazzola, fu scritta durante un soggiorno del compositore nella cittadina inglese di Folkestone, nell’agosto del 1910, con la dedica “Al figlio di Iorio”. Tra le oltre cinquecento romanze per canto e pianoforte di Tosti, nate dalla collaborazione anche con poeti illustri come Antonio Fogazzaro, Rocco Pagliara, Naborre Campanini e Gabriele d’Annunzio, e che sono state interpretate dalle voci dei maggiori cantanti lirici dell’Ottocento e del Novecento, si ricordano brani tuttora molto eseguiti, quali: “L’alba separa dalla luce l’ombra”, “Malìa”, “L’ultima canzone”, “Marechiaro”, “ ‘A vucchella”. Il poeta, narratore e giornalista Riccardo Mazzola (Napoli 1890 - ivi 1922), morto giovanissimo a causa di un incidente automobilistico, scrisse versi dai toni dannunziani e tardoromantici.
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