Tra colline e ‘giare’ della Marmilla, nella Sardegna centro-meridionale, si estende un’area archeologica e naturalistica con tante sorprese e panorami mozzafiato.
Un nuraghe antichissimo, ‘della prima ora’, e con forme uniche, un villaggio preistorico con stazione di lavorazione dell’ossidiana e attorno un ‘giardino’ dal grande valore ambientale. Sono gli elementi che caratterizzano e invitano a visitare il parco sa Fogaia, oasi verde che copre il versante orientale della giara di Siddi, distante poco più di un chilometro dal bel borgo della Marmilla. La parte ‘alta’ del parco è la zona panoramica, da dove il tuo sguardo dominerà le colline marmillesi e le giare di Gesturi e di Serri, fino a scrutare il massiccio del Gennargentu. In posizione strategica, su un bordo a strapiombo, si trova il nuraghe a corridoio sa Fogaia. Fu eretto a oltre 300 metri d’altitudine sulla roccia affiorante, usando blocchi di basalto sovrapposti gli uni agli altri a secco e a incastro.
L’edificio conserva tracce di diverse fasi costruttive: il nucleo è rappresentato dal ‘protonuraghe’, ossia la versione arcaica della celebre costruzione, dall’inusuale pianta ‘a Y’. Si ipotizza che l’origine risalga agli esordi del Bronzo medio, successivamente gli furono affiancati due ulteriori corpi megalitici e una serie di vani secondari. Per entrare, salirai una rampa gradonata ricavata nello spessore murario: l’ingresso è infatti sopraelevato di cinque metri sul piano di calpestio. Nel corridoio interno noterai altri gradini, che conducevano a un terrazzo ormai scomparso. I due corpi di fabbrica addossati presentano parti superstiti di copertura, realizzata in diversi stili, a piattabanda, a tholos e ogivale. Alcuni ambienti rettangolari presenti dentro il cortile interno hanno restituito reperti databili alle età tardo-punica e romana. Nei dintorni del nuraghe noterai tracce pertinenti a un villaggio, nel quale è stata rinvenuta l’ossidiana, prova che a sa Fogaia c’era un’officina litica dedicata alla lavorazione dell’‘oro nero’ proveniente dal Monte Arci.
Il tema archeologico non è l’unico elemento di fascino del parco: tra boschi di lecci e macchia mediterranea, vi dimorano più di 150 differenti specie vegetali e una ricca fauna. Passeggerai tra colori e profumi delle orchidee selvatiche e di numerose piante aromatiche e officinali. Un percorso in particolare, noto come su mori ‘e is erbas (il sentiero delle erbe), ricavato da una vecchia mulattiera usata nel corso dei secoli dalla comunità di Siddi, ti accompagnerà tra le specie floreali più caratteristiche della Marmilla, descritte in appositi cartelli in legno. Tra i ‘residenti’ del parco ci sono circa 60 varietà di uccelli, come barbagianni, civetta, corvo imperiale, gheppio e pavoncella; potresti scorgere anche donnole, lepri, volpi e varie specie di rettili.
Proseguendo in direzione nord-ovest potrai addentrarti nella giara di Siddi, che ospita una delle più grandi e meglio conservate tombe di Giganti della Sardegna: sa Dom’e s’Orku, anch’essa, come il nuraghe Sa Fogaia, edificata usando grandi conci di basalto tra Bronzo antico e medio.
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