un credente di 2770 anni fa scrisse un verso che mi ha sempre colpito: “Sentinella quanto resta della notte?”. Immaginate quest’uomo in preda a chissà quale timore, quale ansia, che vaga per le vie della sua città; si avvicina alle mura e guarda in alto dov’è la sentinella e gli chiede: “Sentinella, dimmi, quanto resta della notte? Quando arriva l’alba?”
Mi è venuto in mente in questi giorni pensando al Natale, perché il Natale è la festa che è stata scelta per essere messa in prossimità della notte più lunga dell’anno.
Quella Notte non in cui non è apparsa una luce accecante, quella Notte che non è stata squarciata da una luce potente, posta al centro di quella città, al centro della vita degli uomini, ma quella Notte che, potremmo dire, è stata a malapena illuminata da una fiammella flebile, quasi una scintilla sorta in periferia, in una casa, forse in una grotta, comunque una mangiatoia posta lontana dalla vita degli uomini.
Ed una scintilla in qualche modo è stata posta in noi, come intuizione di vita possibile.
Sapete che il nome della nostra associazione L’Aratro e la Stella prende spunto da un proverbio che arriva proprio dalle parti della Palestina, un proverbio che recita “Se vuoi tracciare diritto il tuo solco attacca l’aratro ad una stella. E quella stella è in noi, forse è proprio quella scintilla posta in noi. Come dire: se riusciamo ad individuare quella stella, se riusciamo ad esserle fedele, noi tracceremo un vita buona.
Ma anche quella scintilla non è posta al centro della nostra vita, ma è proprio nelle profondità, forse nella periferia di noi stessi. Perché la vita entra sempre dalla periferia, entra dal basso verso l’alto, ed entra soprattutto se la lasciamo entrare, non si impone, spesso facciamo fatica a riconoscerla.
Ricordo che nel libro dell’Apocalisse è scritto: “Ecco io sto alla porta e busso, se uno ascolta la mia voce e mi apre la porta io verrò a lui e lui a me e ceneremo insieme” Perché la vita è così: non si impone sta dietro la porta, bussa e aspetta; se le apriamo entra, altrimenti è lì, vicina, in prossimità, ma non si impone.
È come se la Vita col Natale ci dicesse a tutti noi: “Accendi quella scintilla che ho posto in te, alzati, mettiti in cammino e vai ad aprire quella porta, fidati!
Tutto questo mi ha ricordato una storia raccolta da M. Buber nei racconti dei chassidim e narra di un rabbino che chiede ai suoi studenti: “Sapete come possiamo determinare l’ora dell’alba, quando la notte finisce e il giorno inizia? È quando potete guardare il volto di un essere umano e avere in voi abbastanza luce per riconoscerlo fratello o sorella. Fino a quel momento è notte e c’è ancora buio”.
Sentinella, quanto resta della notte?
Ecco, noi de L’Aratro e la Stella vi auguriamo in questi giorni di scorgere quella scintilla che rende le nostre vite più fertili, più feconde, più accoglienti.
Buon Natale a tutti!
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