Una parte della psicologia dinamica del Novecento ha scelto di parlare di Meccanismi di Difesa, invece che accettare di considerarli come delle Strategie di Soluzione per fronteggiare (coping) e cercare di risolvere i problemi che possiamo incontrare nella nostra esistenza.
Si tratta di una scelta ideologica di sapore negativista, auto-punitiva e depressiva, figlia delle cupe atmosfere che caratterizzano la prima metà del Novecento.
Ai nostri occhi di oggi, appare invece come una presa di posizione in forte contrasto con le evidenti potenzialità interiori che tanta parte della psicologia contempranea rileva come ben presenti nella nostra condizione umana.
Dipingere l'esistenza come una malattia (secondo l'arcaico modello dell'essere umano come portatore genetico di peccati originali) può aiutare una persona a trasformarsi in un paziente a tempo indeterminato (sostenendo utilmente la continuità di una professione medico-psichiatrica privata) ma non pare un punto di partenza molto efficace per aiutarla davvero a crescere.
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