Per il terzo anno consecutivo, grazie ad una convenzione fra il Parco Nazionale dell’Alta Murgia e il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche e Ambientali dell’Università degli Studi del Salento è stata condotta una campagna di monitoraggio delle aree umide del Parco, con particolare riferimento agli stagni temporanei. Le abbondanti precipitazioni dell’inverno scorso hanno favorito le raccolte d’acqua e l’espressione della loro tipica biodiversità. Le abbondanti piogge hanno permesso l’allagamento di stagni temporanei rimasti a secco da diversi anni e un maggiore periodo di residenza dell’acqua in tutte le aree umide del Parco, con eccezionali allagamenti fino al mese di maggio. Condizioni che hanno permesso un’espressione ottimale della biodiversità, tipica degli stagni temporanei, le cui liste di specie continuano a crescere in ogni anno grazie agli approfondimenti che si stanno compiendo. Fra gli invertebrati acquatici si contano ormai 71 specie, di cui 49 solo fra i crostacei. Fra le novità del monitoraggio 2014 il ritrovamento di un Triops cancriformis, un crostaceo branchiopode che conserva una morfologia ancestrale tale da essere ritenuto un "fossile vivente". Molto ricca anche la lista delle piante in corrispondenza delle aree degli stagni, che sale a 80 specie, di cui almeno 44 connesse alla costituzione delle comunità biologica del corpo d'acqua. Approfondita anche la conoscenza delle comunità biologiche stagnicole, soprattutto quelle ricadenti negli habitat indicati dalla Direttiva 92/43/CEE “Habitat”, ed in particolare nell’habitat “Stagni Temporanei Mediterranei, che nel Parco è stato riscontrato in almeno 8 siti su un totale di circa 20 stagni. Sebbene la ricerca di pesticidi e di metalli pesanti continui a dare esiti negativi, attestando uno stato di buona salute degli stagni del Parco, nel 2015 si continuerà a fare opportuni approfondimenti per conservare e tutelare gli ambienti ecologicamente fra i più significativi nel Parco.
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