La storica locomotiva elettrica E428 137, modello Piko 97460, al traino di carrozze centoporte e Corbellini di I e II classe, incrocia la locomotiva E636 064, modello Roco del 1990, al traino di un convoglio merci di carri chiusi e carri cisterna per trasporto gas e olio combustibile.
Le E428 sono state un gruppo di locomotive elettriche prodotte per le Ferrovie dello Stato nella prima metà del XX secolo, per il servizio passeggeri rapido. Imponenti e potenti, con le loro 135 tonnellate di massa in servizio sono state le macchine di punta della flotta commerciale delle FS per oltre 25 anni, fino all'avvento delle prime locomotive elettriche articolate E636 ed E646. Costruite nel 1934 dalla Tecnomasio Italiana Brown Boveri, le locomotive elettriche in corrente continua del gruppo E428 rappresentavano il simbolo della velocità e forza del mezzo ferroviario. Sviluppavano una potenza di 2.500 kW e potevano raggiungere i 130 k/h. Assicuravano il traino della maggior parte dei treni rapidi e direttissimi a forte composizione e a lunga percorrenza. La loro progettazione è legata agli sviluppi dell’elettrificazione ferroviaria italiana in corrente continua nel corso degli anni ’30. Con l’affermarsi del nuovo sistema di trazione servivano, infatti, macchine sempre più potenti, capaci di prestazioni eccezionali ed in grado di trainare i nuovi treni, più lunghi e pesanti di quelli tradizionali, che le FS cominciarono a sperimentare sulla linea Milano-Bologna-Firenze completamente elettrificata. Alla fine degli anni ’30 queste macchine vennero riviste dall’ingegnere Alfredo D’Arbela, uno dei più grandi progettisti ferroviari italiani, che sperimentò per la prima volta la cassa aerodinamica che poi caratterizzerà, in varie forme, la linea delle locomotive elettriche italiane. Negli anni 80, oramai declassate e verso la fine della loro gloriosa carriera, queste potenti motrici vennero utilizzate per il traino di treni merci o lungo linee secondarie. Le ultime E428 furono dismesse nel 1989 e progressivamente smantellate. Delle 242 unità costruite tra il 1934 ed il 1943 oggi ne rimangono in funzione quattro, custodite quali treni storici dalla Fondazione FS nei depositi di Torino, Pistoia e La Spezia. Una curiosità: La locomotiva E428 divenne popolare anche grazie al film Il Ferroviere, diretto e interpretato nel 1956 da Pietro Germi. Nei panni del macchinista Andrea Marcocci, Germi è alla guida di una E428 di terza serie in alcune famose scene del film, considerato uno dei capolavori del cinema italiano post neorealista. La riproduzione modellistica in questo video è la E428 137 di terza serie assegnata al deposito di Mestre, dotata di cabina semi aerodinamica, ruote motrici con sistema di trasmissione Fanelli a tamponi in gomma, carrelli portanti Ap1110 con captatori per la ripetizione segnali in cabina e fanali di tipo automobilistico con ghiere in alluminio. La 137 è al traino di un convoglio passeggeri con carrozze tipo Corbellini in grigio ardesia, di I e II classe.
Le E636 sono state le prime locomotive elettriche articolate delle Ferrovie dello Stato, progettate nel 1937-38 dall'ingegnere Alfredo D'Arbela per subentrare alle E626 specialmente nel traino dei treni viaggiatori e merci sulle linee più tortuose della rete FS. Ritirate dal servizio nel 2006, le E636 erano composte di due semicasse articolate, con tre carrelli indipendenti a due assi; il peso veniva così suddiviso tra un numero maggiore di assi, rientrando ampiamente nei limiti consentiti dall'armamento delle disomogenee linee ferroviarie italiane di quegli anni.
Le E636 concettualmente erano una versione meccanicamente aggiornata delle vecchie E626, mantenendone alcuni problemi di progettazione. Queste possenti macchine presentavano infatti una eccessiva rumorosità causata dal sistema di trasmissione. Inoltre, non erano in grado di offrire un adeguato livello di comfort e sicurezza ai macchinisti, soprattutto se utilizzate per lunghi collegamenti, a causa della pessima vivibilità della cabina di guida, estremamente spartana e strutturalmente debole. Le E636 contavano con due diversi rapporti di trasmissione: uno più corto (21/65) per i tratti in pendenza o per i treni pesanti, con velocità massima di 95 km/h (poi accresciuta a 105 nel 1948) ed uno più lungo (28/65) con velocità massima di 120 km/h.
La riproduzione modellistica in questo video è la E636 064, assegnata al DL di Bolzano, qui proposta in uno splendido modello Roco del 1990 e leggermente sporcata e invecchiata.
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