Roma, (askanews) - Duro colpo inferto alla mafia di Corleone, in provincia di Palermo. I carabinieri del nucleo investigativo di Monreale e della compagnia di Corleone, hanno eseguito sei fermi nei confronti di boss e gregari, indagati per associazione per delinquere di stampo mafioso, danneggiamento e illecita detenzione di armi da fuoco. L'operazione, denominata "Grande Passo3", ha permesso di individuare il capo in Rosario Lo Bue, fratello di Calogero, già condannato per il favoreggiamento di Bernardo Provenzano, e di ricostruire l'assetto del mandamento mafioso di Corleone.
Dalle indagini è emersa la figura di Lo Bue, capo carismatico e fautore di una linea d'azione prudente, continuativa di quella di Provenzano. Proprio questo suo modo di condurre le attività avrebbe creato non poche fibrillazioni nella famiglia mafiosa, in particolare, in Antonino Di Marco, da sempre ritenuto vicino alle posizioni dell'altro storico boss Salvatore Riina, che si sarebbe più volte lamentato del suo modo di gestire gli affari del clan. Dalle intercettazioni, inoltre, sarebbe emerso che Cosa nostra avrebbe voluto eliminare il ministro dell'Interno Angelino Alfano per il suo impegno nell'inasprimento del 41bis, il regime di carcere duro.
Secondo gli inquirenti, gli eredi dei boss Riina e Provenzano, che continuavano a portare avanti le due anime, oltranzista e moderata dei due storici capimafia, in un intercettazione avrebbero fatto proprio riferimento all'eliminazione del ministro, accostando le sue sorti a quelle di John Fitzgerald Kennedy, ucciso a Dallas nel '63.
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