«Intus-legere». Una lettura dei classici del pensiero.
Tipologia video: VIDEO-LEZIONE. Periodo: MODERNO.
Indice
00:00. Introduzione
05:03. Il canone della ragion pura
13:58. Perché «Critica della ragion pratica»?
17:04. Imperativi, Autonomia, Libertà
29:22. Bene, causalità, «tipica del giudizio»
40:22. Il sentimento del «rispetto»
45:01. I postulati della ragion pratica
Abstract
Pubblicata per la prima volta nel 1788, la Critica della ragion pratica rappresenta uno degli scritti etici più importanti dell'intera storia del pensiero. In quest'opera Kant riprende il discorso esposto nel finale della Critica della ragion pura e nella Fondazione della metafisica dei costumi.
«Opera in modo che la massima della tua volontà possa sempre valere in ogni tempo come principio di una legislazione universale». È questa la sola formula dell'imperativo categorico capace di muovere la nostra volontà conformemente alla morale. Ne deriva una legge pratica pura, la cui perfezione risiede nell'assenza di condizionamenti materiali, desideri, felicità. Proprio perché la legge morale è assoluta, e trova in sé la propria giustificazione, come «fatto della ragione», essa presenta il carattere dell'autonomia (si auto-pone, è legislatrice di sé stessa). Contrariamente, sia le massime soggettive sia l'imperativo ipotetico, non godono di questa purezza, in ciò che subordinano la condotta ad un fine. L'idea di Kant è che sia veramente morale ciò che si compie per mero dovere, nel mero rispetto di una formula pura. Il principio diventa il seguente: devi, quindi puoi. Poiché avvertiamo il senso del dovere, da ciò si ricava il concetto di «libertà» come «causalità». Il fatto stesso di sentire il comandamento implica già la libertà per poterlo realizzare.
Così, a differenza della Critica della ragion pura, la «ragion pratica» si dimostra realmente pura e, in un certo senso, superiore. Il cielo stellato ci sta sopra, ma legge morale è in noi, un po' come se la natura avesse voluto per l'umanità razionale un'essenza più pratica/morale che teoretica. Il grande tema non è più se esistano Dio, la libertà, l'immortalità dell'anima, ma quale sarebbe il giusto modo d'agire ove questi esistessero.
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