Il Testo
+ Dal Vangelo secondo Marco
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.
Come sta scritto nel profeta Isaìa: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalem-me. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
Parola del Signore
In settimana ho concluso il montaggio dei filmati delle escursioni in montagna della scorsa estate, ma mai come quest’anno siamo tutti desiderosi di riprendere al più presto qualche uscita. In effetti proprio quando vi sono delle costrizioni esterne si desidera ancor di più fare quello che magari, non ci fossero limiti imposti, si rimanderebbe tranquillamente a tempi successivi. Come tutti gli anni è invece giusto in questi mesi invernali prepararci fisicamente e mentalmente per le uscite della prossima primavera-estate. Anche Giovanni il Battista questa Domenica parla di una preparazione. Tanto indispensabile quanto necessaria per noi sempre così distratti, anche quando si tratta di avvenimenti già conosciuti e vissuti pure in passato. Chiaramente poi la via da preparare non è quella che deve seguire il Signore per venire a noi, quella è già tracciata e sicura. La via da preparare, il cuore da allertare e le opere da predisporre sono le nostre, quelle che ci permetteranno non tanto di vivere un bel Natale secondo le tradizioni consuete di regali, cene ed orari prestabiliti, ma di andare incontro davvero al Figlio di Dio che si fa uomo, fino ad accoglierlo come uno di noi, della nostra famiglia. Sono convinto che il rispetto della tradizioni, anche di quelle più esteriori, come l’albero, il presepe, la messa di mezzanotte, i canti e le musiche natalizie, sono importanti perché ci permettono di vivere l’oggi consapevoli che in realtà il grande scambio è già avvenuto, l’opera della nostra salvezza si è già compiuta nel segno del nostro Battesimo che ci ha permesso di partecipare alla redenzione pagata da Gesù con il suo sangue sulla croce. Ma sarebbero proprio gesti e ricordi senza senso, esteriori e superficiali se non ci permettessero di riprendere consapevolezza ogni anno, anche grazie a loro, del grande dono del Natale del Figlio di Dio venuto a dare la sua vita perché noi abbiamo la vera vita. Non quella che rincorre i nostri appuntamenti, segnata in questo periodo da molta sofferenza, incertezza e difficoltà, ma quella eterna e piena di gioia che solo lui può darci. Proprio dove noi manchiamo di più, l’attesa e l’impegno della preparazione ci rimettono sulla giusta corsia della speranza, quella Speranza con la maiuscola che ci viene dalla certezza che nel Figlio di Dio che si fa uomo, ogni attesa e speranza degli uomini divengono reali e possibili, perché è Dio il primo ad avere fiducia in noi e nelle nostre capacità di cambiare davvero questo mondo in quel mondo giusto e pacifico che il creatore ha pensato fin dal principio. Riconoscere il nostro male, come ci invita a fare Il Battista, fino al punto da lasciarci trasformare dallo Spirito di Cristo che scende, secondo la bellissima immagine degli antichi profeti, come rugiada su di noi e sulle nostre opere per cambiarle dal di dentro, è il primo e indispensabile passo. Le opere di giustizia e amore che ne conseguono diventano poi la dimostrazione concreta e quotidiana di un vero cammino di conversione e preparazione per l’accoglienza personale di Gesù nella nostra strada. Quella che Dio ha preparato per ciascuno di noi secondo il suo progetto d’amore e gioia.
d. Natale
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