Nell’Unione, oggi, le discriminazioni di genere non si fondano sulle normative, ma su stereotipi culturali, costrizioni psicologiche e comportamenti sociali patriarcali, ancora profondamente radicati nelle mentalità delle persone, uomini e anche donne. Bisogna allora sradicare le radici culturali e psicologiche delle diseguaglianze, inserendo una chiave di genere in tutte le politiche e costruendo politiche dedicate per contrastare gli stereotipi, talvolta impliciti, e ottenere un’equità di genere che sia sostanziale. A questo è dedicato il capitolo "Equità di genere. Per un'Europa femminista" del volume (Donzelli), firmato da Carola Carazzone e Lella Palladino.
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